Luca Mercalli In mancanza di altri argomenti siamo alla variante ecologista: la Nuova linea ferroviaria Torino-Lione è imposta da ragioni ambientali. Spostare il traffico dalla gomma alla rotaia – si dice – riduce le emissioni. Ma si tratta di una mezza verità che veicola un inganno. È vero: il traffico su rotaia è preferibile per quanto riguarda le conseguenze sull’ambiente. Ma attenzione: ciò vale se ci si riferisce alle ferrovie già esistenti, come l’attuale linea Torino-Modane. Mentre non è così, almeno nel contesto attuale, se si devono costruire delle nuove linee e, ancor più, se queste prevedono lunghi tratti in galleria. È quel che sostengono, per esempio, i ricercatori Jonas Westin e Per Kågeson del Royal Institute of Technology di Stoccolma nell’analisi Can high speed rail offset its embedded emissions?: affinché il bilancio di carbonio sia favorevole al clima le linee ferroviarie ad Alta velocità «non possono contemplare l’estensivo uso di tunnel». Se il bilancio monetario costi-benefici della Torino-Lione già vacilla, del bilancio di carbonio non si parla mai. Il tunnel bisogna costruirlo: per oltre dieci anni le talpe succhieranno megawatt, il cemento assorbirà energia e produrrà emissioni, l’armamento e i dispositivi di sicurezza richiederanno tonnellate di acciaio e di cavi di rame, i camion e le ruspe per spostare migliaia di metri cubi di roccia andranno a gasolio. Poi c’è l’impianto di raffreddamento che a opera conclusa funzionerà in permanenza, poiché all’interno del tunnel la temperatura sarà attorno a 50 gradi, ostile alla vita. Quando il primo treno passerà su quella linea non si vedrà alcun vantaggio ambientale, in quanto per parecchi anni, ammesso che venga effettivamente usata a pieno carico come da previsioni per ora sulla carta, il risparmio delle emissioni dovrà ripagare il debito di quelle rilasciate in fase di cantiere e di esercizio. Ammesso dunque che […]