Nel maxiemendamento spunta la manina leghista per incentivare i termovalorizzatori

 

La Lega punta a rimettere gli incentivi per gli inceneritori.

E per farlo ecco spuntare la “manina” del senatore del Carroccio Paolo Arrigoni che ha scritto l’emendamento su misura: è il 302 e prevede che “agli impianti si applichi il coefficiente moltiplicativo K= 1,7 anziché K=1,3.

L’energia prodotta dai medesimi impianti è incentivata per un periodo di 20 anni”.

Poche mirate righe in linguaggio tecnico ed ecco “un aiutino” da milioni di euro per bruciare in totale libertà.

I temibili impianti brucia rifiuti sono visti come il demonio dall’alleato M5S e fa riaprire la guerra dei termovalorizzatori con l’alleato di governo, convinti che la partita fosse definitivamente chiusa.

E’ una misura last minute dato che venerdì il governo presenterà alle 16 il maxiemendamento alla manovra, su cui porrà la questione di fiducia al Senato.

Una road map serrata che prevede un calendario votato a maggioranza (senza l’ok dell’opposizione) e inizi subito la discussione in Aula.

In serata sono previste le dichiarazioni di voto e alle 23 il voto di fiducia che terminerà intorno alla mezzanotte.

A scoprirlo è stato il senatore grillino Gianni Pietro Girotto e ha fatto andare su tutte le furie l’intero Movimento che un mese fa era stato chiarissimo, dopo le tensioni scoppiate sulla differente gestione dei rifiuti i Campania.

«Stiamo facendo la voce grossa per farlo togliere», spiega in serata un esponente grillino.

A lanciare il sasso delle polemiche a metà novembre è stato il vicepremier Matteo Salvini: «Se hanno fatto finta di niente per trent’anni, io non sono al governo per fare finta di niente.

I rifiuti vanno smaltiti producendo anche utili, energia, ricchezza e non producendo i roghi tossici che avvelenano e ammazzano.

I termovalorizzatori sono fondamentali, li faremo.

Senza ceppa».

A rispondere è per primo Roberto Fico, napoletano e presidente della Camera che si dice pronto a lottare per impedire che in Campania sorga anche un solo inceneritore: «È uno schiaffo forte ai cittadini venire qui e dire che ci vuole un inceneritore per ogni provincia», dice senza giri di parole Fico.

Sono seguiti giorni di chiarimenti, scricchiolii nella maggioranza e la mediazione provvidenziale del premier Giuseppe Conte e alla fine tutto sembra rientrare con una dichiarazione lapidaria del capo politico Luigi Di Maio: «Oggi parlare di inceneritori è come parlare della cabina telefonica col telefono a gettoni.

Qualcuno può essere anche ancora affascinato ma sempre vintage rimane».

Ma ecco che il vintage torna con un codicillo scritto su misura che dovrà passare al vaglio di Senato e Camera.

 

(Articolo di Michele Sasso, pubblicato con questo titolo il 20 dicembre 2018 sul sito del quotidiano “La Stampa”)

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