Anche se le forze antieuropee della neodestra che propugnano un evidente o strisciate scetticismo/negazionismo climatico (come la Lega) hanno ottenuto buoni risultati in Paesi come l’Italia, il Regno Unito, la Francia, e l’Ungheria, in molti sottolineano che i cambiamenti climatici si sono imposti – anche per gli scioperi per il clima dei ragazzi e ragazze europei – come un tema determinante delle elezioni e ci si chiede come le forze politiche presenti nell’Europarlamento risponderanno alla crisi climatica. Wendel Trio, direttore di Climate Action Network (Can) Europe, sottolinea che «i cittadini europei si aspettano che l’Ue agisca sul cambiamento climatico. Ora abbiamo bisogno di una vasta alleanza di partiti politici, compresi liberali e conservatori, che riconoscano l’emergenza climatica e l’urgenza di agire. Questo inizia con l’assicurare che le politiche e gli obiettivi climatici dell’UE siano in linea con l’impegno dell’Accordo di Parigi per limitare l’aumento della temperatura a 1,5 ° C e proteggere i cittadini europei dagli impatti climatici devastanti». Una delle principali artefici dell’Accordo di Parigi, Laurence Tubiana, amministratrice dell’European Climate Foundation, è convinta che «il clima è la questione che ha definito queste elezioni e ora la gente, i politici, i partiti e le istituzioni a tutti i livelli, da quello locale a quello europeo, hanno bisogno di sedersi e prenderne atto. La risposta alla crisi climatica è ora in cima all’agenda pubblica dell’Europa. Dobbiamo agire, e dobbiamo agire ora. I governi, l’industria, tutti devono recuperare il ritardo e raggiungere i nostri giovani, riconoscere che siamo ad un punto di crisi e agire subito». Ma il quadro politico del Parlamento europeo è terremotato, con il Partito popolare europeo e i Socialisti & Democratici che perdono seggi e voti, i liberali che avanzano in molti Paesi e i Verdi che segnano risultati sopra il 10% nell’Europa centro-settentrionale e diventano […]