Avrà mai fine il controllo del territorio da parte di Gennaro Cinque?

 

Gennaro Cinque Assessore ai lavori pubblici Vico Equense

Avrà mai fine  il controllo del territorio da parte di Gennaro Cinque, già sindaco di questa città e ora assessore ai lavori pubblici?

Avrà mai fine la totale impunità verso chi sembrerebbe non rispettare nessuna regola e nessuna procedura  corretta per esecuzioni di lavori per cui i cittadini finiscono poi per pagare gli errori, gli sbagli, le trascuratezze di chi si è erto a tribuno del popolo e viene visto e vissuto come tale dalla maggior parte di essi?  

Cosi oggi  vediamo e assistiamo ancora una volta  ad abnormità che passano nel silenzio da parte di chi governa questa città: il sindaco Buonocore dice sempre che lui non sa, che ignora, i fatti e misfatti del suo assessore.

Cosi, Gennaro Cinque, assessore ai lavori pubblici oggi è nel CDA della farmacia comunale di Moiano e la stampa scrive di conflitto di interesse, ma non succede niente e chi scrive si chiede il perché cosi come pure bisognerebbe ricordare anche che Gennaro Cinque, in giro in moto che impone ai cittadini, in maniera sbrigativa gli allacci per il gas e quelli per la fibra ottica  con le ditte che impone lui con i suoi modi  e anche qui molti cittadini si lamentano ma poi tutti obbediscono e anche in questo caso non uno straccio di autorità preposta che decidesse di aprire un fascicolo, una istruttoria per comportamenti per lo meno insoliti da parte di un assessore ai lavori pubblici.

Ed è lo stesso Gennaro Cinque – allora sindaco – che con l’assessore Elefante – fregiandosi della medaglia di ambientalista – impose l’abbattimento del rudere di Alimuri accendendo un prestito pubblico alla cassa depositi e prestiti, pagato da tutti i cittadini e anche dai nostri figli e nipoti, per demolire una struttura abusiva privata, adducendo che quei soldi sarebbero poi  ritornati alle casse comunali perché il comune si sarebbe rifatto sulla società SI.CA.

Anche allora  chi scrive allertò la comunità  su tutta l’operazione, perché si intravedevano punti poco chiari e che infatti si sono dimostrati essere tali, perché il Consiglio di Stato ha dato ragione alla SI.CA. e  quindi quei soldi non ritorneranno mai più nelle casse comunali e a pagare sarà sempre Pantalone, cioè noi cittadini.

Anche qui nessuno che si chieda perché Gennaro Cinque si impegnò con tanto ardore in una operazione simile.  

Troppe ombre, troppi torbidi fumi, troppe marchiane operazioni che lo vedono partecipe in prima persona, ma tranne qualche post come questo o come quelli molto puntuali di Beniamino Cuomo su FB e qualche articoletto sulla stampa locale che scopiazza i nostri post, poi non succede più nulla.  

Gennaro Cinque sembrerebbe continuare  a fare i “comodi suoi”.

Ora ci si auspicherebbe  che le forze politiche d’opposizione e i gruppi consiliari di minoranza decidessero di affrontare insieme senza beccarsi tra loro come i “capponi di Renzo” questa serissime problematiche di trasparenza e legalità di questa città e dunque per esempio della farmacia comunale di Moiano ma a partire dal  2004 e poi dal 2008 perchè forse solo cosi si potrebbe capire che tipo di sistema si sia insinuato nel nostro paese.

Capire per esempio cosa c’è l’accumulo di un  debito  nei riguardi di un’assicurazione di oltre 300.000 euro, operazione  gestita con i soliti ricorsi con i soliti avvocati per poi riconoscere all’Unipol Sai la cifra di 816.681  euro ovvero altri 184.000 euro in più fino ad arrivare ad un debito di un milione di euro  che per la “magnanimità” dell’Unipol sarà solo di 631.922 euro, ma che potrebbe ritornare alla cifra precedente se ci dovessero essere ritardi o inadempienze.

Anche qui chi scrive si chiede perché nonostante queste segnalazioni che vengono fatte, tutto finisca per essere inghiottito in un  silenzio pesante e omertoso.

Cosi la vergogna di lavori che dovevano avere una durata brevissima e sono proseguiti inspiegabilmente più di due anni  sul ponte di Seiano.

Lavori per altro eseguiti  malissimo, anche per questi bisogna dire grazie Gennaro Cinque.

Ieri ho appreso di lavori di allargamento della strada del cimitero, di abbattimenti di muretti di apposizione di ringhiere, una zona delicatissima di rilevante  valore ambientale e paesaggistico: già, anche qui, ma perché nessuno si chiede quante ringhiere sono state messe su tutte la strade le comune di Vico Equense, perché l’assessore Gennaro Cinque ha la fissa delle ringhiere?

Perché consentire un ulteriore snaturamento di una strada immersa nel verde, quando basterebbe un semaforo a valle e uno a monte per regolarne il traffico?

Chi si vuole favorire questa volta.

Sembrerebbe anche questa volta  che il favorito ci sia, sembrerebbe pure che il nostro potrebbe avere interesse in questo favore, sono voci, sono sussurri, ma si sentono ne parlano tutti, ci sono cittadini della zona che si sono persino rivolti ai carabinieri prima di rivolgersi a me.  

E la frazione di Montechiaro devastata e aggredita da interventi  abusivi!

Silenzio anche qui.

Io alzo le mani e dico che bisognerebbe appurare, verificare, provare, ma questo non lo può fare  un cittadino qualsiasi e allora io dico che sarebbe necessario un intervento più forte, se tutto questo non accade allora io sarei veramente preoccupato dei comportamenti diffusi nella pubblica amministrazione e di quelli diffusi nella vita civile di questa città.

 

(Articolo di Franco Cuomo, responsabile del Circolo Territoriale di Vico Equense “Giovanni Esposito”, pubblicato con questo titolo l’8 giugno 2019 sul blog “Cronache da Agharta”)

 

 

 

 

 

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