L’anomalia che ha caratterizzato il percorso del Governo Conte, composto in realtà da tre Governi, uno facente capo al Ministro dell’Interno, l’altro al Ministro dello Sviluppo Economico, in permanente conflitto tra loro, il terzo, con funzioni di mediazione e di composizione delle diatribe, in capo al Presidente del Consiglio, si perpetua nell’inglorioso finale. D’altra parte non poteva che essere così per un Governo nato non su un programma, ma su un “contratto”, come tale frutto di un compromesso, suscettibile di diverse interpretazioni, anche opposte, come l’esperienza dell’ultimo anno ha dimostrato, su argomenti molto sensibili quali la gestione del fenomeno migratorio, reddito di cittadinanza, quota cento per le pensioni, autonomia regionale differenziata, riforma della giustizia e TAV. Divisi su tutto, nel Governo hanno coesistito maggioranza e opposizione, in ciò agevolate dalla sostanziale inconsistenza delle altre forze politiche, alcune delle quali hanno anche tenuto un atteggiamento ambiguo nei confronti di una componente governativa (Lega), con la quale si erano presentate unite nelle ultime elezioni nei collegi uninominali e, da esse, più volte, invitata a provocare la crisi, per l’immediato ritorno alle urne in reiterata coalizione. L’anomalia ha trovato la sua consacrazione nella fase conclusiva (almeno così pare, anche se il dubbio è lecito, con il conseguente rischio che si trasformi in farsa) avviata qualche giorno fa da dichiarazioni del Ministro dell’Interno, che ha manifestato il venir meno del sostegno della Lega al Governo. Ciò in pendenza di una mozione di sfiducia individuale, presentata al Senato, nei suoi confronti, da parte dell’opposizione parlamentare. Tuttavia, a tali dichiarazioni non hanno fatto seguito né le dimissioni dei Ministri leghisti, né quelle del Presidente del Consiglio, come, invece, avrebbero imposto le regole delle crisi politiche nel sistema parlamentare. Non solo, ma il Presidente del Consiglio ha chiesto di rendere comunicazioni al Senato, incombente fissato dall’Aula […]