Il 15 settembre riapre la caccia, Wwf: «Consueta strage degli innocenti». Lipu: «Ignorate le indicazioni Ue e del ministro dell’ambiente»

 

Per il Wwf Italia, «la terza domenica di settembre rappresenta un triste e crudele appuntamento per gli animali selvatici e per chi ha a cuore la biodiversità. 

All’alba di domenica 15 si ripresenterà la consueta scena di guerra impari: da una parte i cacciatori armati di doppiette – spesso sostenuti da regioni più sensibili ai loro interessi che a quelli della natura e dunque della collettività – e dall’altra il “popolo migratore” e gli animali selvatici in generale».
In realtà in molte Regioni ci sono già state le preaperture fin dai primi giorni di settembre e, sempre secondo il Panda, «molte sono state deliberate dalle regioni italiane in maniera illegittima e bloccate dai ricorsi ai Tribunali  amministrativi regionali intentati dal Wwf Italia con le più importanti associazioni di protezione della natura».

Secondo la Lipu/BirdLife Italia, «tre regioni italiane su quattro non hanno eliminato dai calendari venatori regionali specie come pavoncella, moriglione e tortora selvatica, tutte minacciate a livello globale, nonostante le richieste della commissione europea e del ministero dell’ambiente di escluderle dalla lista delle cacciabili».

La Lipu denuncia anche «le gravi carenze dei calendari regionali alla vigilia dell’apertura ufficiale della caccia, prevista per domenica 15, che prevede ancora 36 specie di uccelli cacciabili di cui ben 18 in cattivo stato di conservazione».

Tre almeno le situazioni più gravi che segnala la Lipu: «La prima è il non rispetto della richiesta di moratoria della caccia alla tortora selvatica, inviata dalla Commissione europea all’Italia sulla base del Piano d’azione internazionale, e trasmessa nel luglio 2018 dal Ministero dell’Ambiente alle regioni.

Una richiesta che non ha trovato riscontro nei calendari venatori regionali: 19 tra regioni e province autonome su 20, infatti, non l’hanno eliminata dalle preaperture e né dai calendari della stagione che si sta avviando.

Discorso simile per la pavoncella e il moriglione, che, come la tortora selvatica, sono classificate da BirdLife International “Spec 1”, ossia specie minacciate a livello globale.

La lettera inviata lo scorso 9 luglio dal ministero dell’Ambiente alle Regioni, su segnalazione della Commissione europea, chiedeva di sospendere il prelievo venatorio in quanto le due specie sono state inserite negli allegati dell’accordo Aewa.

Ebbene, in 15 regioni su 20 le due specie continuano ad essere cacciabili.

Ed è di poche ore fa la notizia che in Calabria il Tar, grazie a un ricorso della Lipu con altre associazioni, ha sospeso la caccia a moriglione e pavoncella».

La Lipu denuncia «una situazione comunque molto grave, che contrasta con le prescrizioni della direttiva comunitaria Uccelli e in particolare il suo articolo 7, che afferma l’opportunità di sospendere il prelievo venatorio per le specie con stato di conservazione sfavorevole e che invita gli Stati membri ad avviare ogni azione utile per favorire il recupero delle popolazioni.

A tortora selvatica, moriglione e pavoncella, inoltre, si aggiungono altre specie ancora cacciabili ma classificate come “Spec 1” (tordo sassello e coturnice) e come “Spec 3”, ossia in stato di conservazione sfavorevole, ma non concentrate in Europa come pernice bianca e allodola.

Tali specie sono anche oggetto della campagna “7 specie da salvare” che la Lipu ha lanciato l’anno scorso e per le quali chiedeva già di escluderle dai calendari venatori». “

Secondo Claudio Celada, direttore area conservazione della Lipu-BirdLife Italia, «nonostante i miglioramenti legislativi introdotti negli ultimi anni, quali il divieto di cattura dei richiami vivi, un utilizzo più corretto delle deroghe per la caccia ai piccoli uccelli e la chiusura anticipata della stagione ad alcune specie come tordi e beccaccia, ci sono dunque ancora gravi carenze nel recepimento delle indizioni scientifiche formulate da Ministero e Ispra da parte delle regioni italiane, che si traduce in una caccia che non rispetta la natura.

Ci auguriamo che al più presto le regioni si adeguino alle richieste di ministero Ambiente e Commissione europea.

Da parte nostra proseguiremo la nostra battaglia per ricondurre l’attività venatoria nell’alveo del rispetto delle norme europee e nell’osservanza delle indicazioni della scienza, così come continueremo la lotta contro il bracconaggio e le numerose forme diffuse di illegalità».

Il vicepresidente del Wwf, Dante  Caserta, ha detto che «il Wwf  Italia,  oltre a ringraziare  di cuore gli avvocati del Panda che con  tanta passione e rinunciando  anche alle  ferie d’agosto, hanno  ottenuto  importanti  risultati, li incaricherà di procedere con le opportune iniziative legali anche dinanzi alla magistratura contabile, per chiedere il risarcimento degli enormi danni causati dalle Regioni più irresponsabili agli animali selvatici e alla natura d’Italia.

Il Wwf ricorda che la fauna selvatica è “patrimonio  indisponibile dello Stato” che dovrebbe essere tutelato nell’interesse della “comunità nazionale ed internazionale”»

Il Panda fa anche un resoconto di quanto successo nelle ultime settimane.

Marche: il 27 agosto la delibera sull’avvio anticipato della caccia al primo settembre viene bloccata dal  Tar regionale su ricorso delle Associazioni.

La regione, disattendendo clamorosamente l’ordine del giudice, approva il giorno dopo una nuova apertura regalando ai cacciatori altre giornate di caccia, con migliaia di animali uccisi illegalmente.

Le associazioni ricorrono nuovamente  e nuovamente  il giudice  da’ loro  ragione (il 5  settembre).

Correttamente il giudice amministrativo ha ritenuto che: ”nella ponderazione degli interessi … vada data prevalenza a quello della conservazione delle specie oggetto di caccia (…)” anche in relazione “all’irreversibilità della situazione di fatto conseguente (esercizio in detti giorni della caccia con conseguente abbattimento di animali).”

Abruzzo: Situazione analoga, e addirittura paradossale, in Abruzzo dove, a seguito del ricorso del WWF Italia e della LNDC,  il  calendario venatorio  è stato sospeso.

Anche la “regione  dei parchi”  ha tentato  di aggirare  la decisione del  Tar,  pubblicando una nuova proposta di calendario, che però non è stata ancora approvata.

Così i cacciatori abruzzesi dovranno rimanere a casa domenica 15 settembre, rimanendo valida la sospensiva data dal TAR fino alla discussione del 25 settembre.

Lombardia: Altra regione da “cartellino rosso” è la Lombardia che ha deliberato di nuovo la cattura dei piccoli uccelli migratori a fini di impiego come richiami vivi, nonostante  le ormai  decine  di condanne  degli anni passati dai giudici  italiani ed europei.

Numerose ed importanti associazioni, tra cui il WWF Italia , hanno fatto ricorso  al Tar Lombardia e sono in attesa dell’udienza. 

Nel frattempo il prossimo 21 settembre a Milano è stato organizzano un presidio contro la “deregulation venatoria”.

Anche in Liguria, Sardegna, Toscana e Calabria il Wwf ha dovuto di nuovo  ricorrere  contro  i calendari  venatori perché non in linea con i parametri stabiliti dalle norme europee e dalle regole scientifiche per la tutela delle specie  selvatiche.  

Dalla Calabria, che ha deliberato una delle  peggiori e più lunghe stagioni  di caccia in Italia, è arrivato un risultato  positivo dal  Tar  che ha sospeso la caccia alle specie moriglione e pavoncella, come richiesto dall’Unione europea lo scorso maggio e ribadito anche dal ministro dell’ambiente, trattandosi di specie in situazione critica di conservazione  e  per le quali  la caccia  è “incompatibile”.
Caserta conclude: «Auspichiamo che il Ministro Costa e il Parlamento si impegnino  affinché  si possano approvare presto nuove e più rigorose leggi per la tutela della fauna selvatica e che possano riportare in tutte le regioni  italiane  la caccia perlomeno a  livelli sostenibili e nel solco della legalità” ha concluso il Vice Presidente dell’Associazione».

Prosegue intanto con successo la campagna contro il bracconaggio che la Lipu ha avviato pochi giorni fa con una raccolta di firme (www.lipu.it/stobracconaggio) con la quale si chiede, oltre alla richiesta di maggiori controlli e l’inasprimento delle pene per chi commette atti di bracconaggio, il divieto temporaneo di attività venatoria nelle aree interessate al bracconaggio, una “Daspo” venatoria che prevede la responsabilità degli istituti di caccia al cui interno si verificano episodi di bracconaggio.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 13 settembre 2019 sul sito online “greenreport.it”)

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N.B. – Anche l’associazione “Verdi Ambiente e Società” (VAS) ha impugnato il calendario venatorio della Regione Puglia al TAR Bari, che ha fissato la prima udienza di discussione il prossimo 18 settembre.

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CALABRIA: SALVI PAVONCELLA E MORIGLIONE

La Giunta regionale della Calabria con deliberazione del 26 luglio 2017 approvava il calendario venatorio 2019-2020, che consentiva la caccia di pavoncella e moriglione nonostante il peggioramento delle condizioni di conservazione di queste due specie. WWF e LIPU, assistiti dall’avvocato Angelo Calzone, impugnavano tale deliberazione al TAR (sezione prima), che con ordinanza n. 337 dell’11 settembre 2019, pubblicata il 13 settembre 2019, sospendeva il calendario venatorio

(LAC Toscana, 13 settembre 2019).

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