«Se le strategie non cambiano drasticamente, l’attuale modello mondiale di sviluppo sostenibile rischia di invertire anni di progressi». L’allarme è stato lanciato dal rapporto “The Future is Now: Science for Achieving Sustainable Development” redatto da un gruppo di 15 scienziati indipendenti e che, il 24 e 25 settembre a New York, sarà al centro dell’High-Level Political Forum all’UN summit on the SDGs, al quale parteciperanno Capi di Stato e di governo. Prendendo atto dell’allarme degli scienziati, il Department of economic and social affairs dell’Onu (Desa), evidenzia che «il peggioramento delle disuguaglianze e il danno potenzialmente irreversibile all’ambiente naturale da cui dipendiamo tutti, richiede un’azione concertata». Gli scienziati però sono ancora fiduciosi: «Raggiungere il benessere umano ed eradicare la povertà per tutta la popolazione della Terra – che dovrebbe arrivare a 8,5 miliardi entro il 2030 – è ancora possibile, ma solo se si verificherà un cambiamento fondamentale e urgente nel rapporto tra le persone e natura». Il rapporto, punta a comprendere le relazioni tra i singoli Sustainable Development Goals (SDG) e i «sistemi concreti che definiscono la società oggi», per riuscire a realizzare un piano per mitigare l’instabilità globale. Realizzato su richiesta dei Paesi Onu per valutare i progressi della 2030 SDG Agenda, adottata nel 2015, il Global Report on Sustainable Development (Gdsr) comprende, tra l’altro, i risultati delle ricerche scientifiche sui mezzi di sostentamento oceanici, sul consumo sostenibile, sulla produttività e sulla gestione del rischio di catastrofi I 15 scienziati dicono che «l’attuale roadmap per lo sviluppo ha generato prosperità per centinaia di milioni di persone, ma a scapito di altre risorse e una crescente disuguaglianza che mina la crescita globale. Promuovere le economie, ad esempio aumentando i consumi, sta esaurendo i materiali del pianeta e creando sottoprodotti tossici che minacciano di sopraffare il mondo. Al tasso attuale di consumo, tra il 2017 e […]