DALL’INVIATO A NEW YORK. Niente più centrali elettriche a carbone dopo il 2020; stop ai sussidi per l’energia fossile, da trasferire invece sulle fonti rinnovabili; piani concreti per ridurre le emissioni dei gas serra del 45% in un decennio, e arrivare a zero emissioni nel 2050. Sono i principali obiettivi che il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres spera di centrare, o quanto meno avvicinare, con il Climate Action Summit di oggi. Il suo inviato speciale Luis Alfonso de Alba, che ha preparato il vertice, ha spiegato così l’emergenza a La Stampa: «Gli obiettivi sono molto ambiziosi, perché lo richiede l’emergenza in corso. Non abbiamo più tempo per negoziare, il vertice deve rappresentare l’inizio di un nuovo processo per implementare gli impegni presi. Ma quelli di Parigi non bastano più, perché nel frattempo la situazione è peggiorata. Quindi se vogliamo davvero contenere il riscaldamento globale sotto 1,5 gradi, gli Stati dovranno raddoppiare o anche triplicare le loro iniziative concrete». La situazione è drammatica. Secondo i dati dell’Onu, le emissioni globali stanno raggiungendo livelli record, e non danno segno di rallentare. Gli ultimi 4 anni sono stati i più caldi di sempre, e le temperature invernali dell’Artico sono aumentate di 3 gradi dal 1990. I livelli del mare salgono ovunque, e persino la Grande Barriera corallina australiana sta morendo. Guterres ha avvertito che non è più una questione ambientale, ma una vera minaccia per i sistemi di vita, l’alimentazione, la salute e quindi la sopravvivenza di molti Paesi. Una crisi che a causa della scarsità delle risorse, e i danni già causati dai cambiamenti climatici, sta anche provocando tensioni politiche che alimentano guerre, migrazioni e terrorismo. Nonostante l’emergenza, l’Onu ritiene ancora che agendo subito, nell’arco dei prossimi 12 anni potremmo contenere l’aumento delle temperature sotto i 2 gradi centigradi, anche a […]