Salute, a Rocca Cencia dei roghi tossici si vive in media 3 anni di meno che in centro

 

Un’aspettativa di vita di tre anni al di sotto della media.

Tumori e patologie dell’apparato respiratorio in forte aumento.

Melanomi, leucemie e cancro delle tiroide che colpiscono i residenti con la stessa facilità con cui si contrae un virus influenzale.

Sono questi i dati allarmanti che verranno diffusi questa sera nella puntata di Piazzapulita, in onda alle 21.15 su La7 e condotta da Corrado Formigli, che si riferiscono a Rocca Cencia, periferia est di Roma.

Una zona tristemente ribattezzata «la terra dei fuochi romana».

Come pure la vicina Ponte di Nona, dove da anni comitati di quartiere e associazioni si battono e denunciano i roghi tossici.

«Questa è una strada di soli 4 chilometri, eppure in ogni famiglia si conta un morto», racconta un residente al microfono del giornalista, Massimiliano Andreetta.

Persino gli animali si ammalano: «Ho avuto sei cani – è la voce di un altro cittadino – e tutti e sei sono morti di carcinoma polmonare».

«Vivo qui da una decina di anni – scuote la testa un altro – proprio in questi giorni mi hanno diagnosticato un tumore alla gola».

E continuando a chiedere a chi vive in quelle case, le risposte sono sempre le stesse.

«Nel VI Municipio (unica zona della Capitale in cui ancora è attivo il Tmb per la triturazione dell’immondizia, ndr) vivono circa 250 mila persone – spiega Paola Michelozzi, direttore dell’Unità di epidemiologia ambientale del Servizio sanitario del Lazio, in base ad uno studio ancora inedito -. Per loro le aspettative di vita alla nascita sono di tre anni inferiori rispetto a chi nasce e vive nel centro della città.

In una zona in cui le polveri sottili (Pm10) sono così tanto e così di frequente al di sopra dei limiti aumenta, e di molto, il rischio di ammalarsi di tumore.

Dalle nostre rilevazioni il fattore di rischio a Rocca Cencia si aggira tra l’11 e il 21% in più.

Ovvero 9 punti percentuali sopra la media».

Le più frequenti neoplasie sono cancro a polmoni, tiroide, leucemie, linfomi e melanomi. 

Più alto pure il tasso di chi soffre di asma.

Le immagini riprese da un drone e dalle telecamere mostrano via di Salone, via Sant’Alessio in Aspromonte e via Carlo Fornara (da dove ci sarà anche una diretta nel corso della puntata).

Eppure il panorama non cambia mai: le strade sono una distesa di rifiuti.

Anche bruciata e ancora fumante, eternit e amianto deteriorati, pneumatici ormai liquefatti.

Il tetto di un palazzo trasformato in una discarica «verticale».

La vicina via Ancarano poi ha persino cambiato nome e si è trasformata in «via delle Vedove», tanto è elevata la percentuale di malati e morti.

L’aria è effettivamente irrespirabile nelle strade del quartiere.

«Viviamo con le finestre chiuse».

«Il petto mi si è chiuso».

«I bambini – raccontano i residenti di questo “amaro destino”, così lo chiamano a Rocca Cencia – non possono uscire a giocare in parchi e cortili delle scuole».

 

(Articolo di Clarida Salvatori, pubblicato con questo titolo il 7 novembre 2019 sul sito online del quotidiano “Corriere della Sera”)

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