Approfittando dell’emergenza coronavirus, Trump sospende l’applicazione delle leggi ambientali

 

L’Environmental protection agency (Epa) ha dichiarato una drastica sospensione dell’applicazione delle leggi ambientali che dovrebbe far applicare, dicendo che durante l’epidemia di coronavirus le compagnie non dovranno rispettare gli standard ambientali.

Si tratta di una “politica temporanea, per la quale l’Epa non ha però fissato e nemmeno indicato una data finale che consentirebbe a qualunque industria di aggirare le leggi ambientali, visto che è la stessa Epa ad assicurare che «non punirà penalmente per la non conformità con gli obblighi di monitoraggio e comunicazione di routine».

Durissima la risposta di Sierra Club, la più grande, diffusa e autorevole associazione ambientalista Usa contro la decisione di quello che definisce «l’ex lobbista del carbone e l’attuale amministratore dell’Epa Andrew Wheeler che ha annunciato che ha sospeso l’applicazione delle leggi ambientali».

Il direttore esecutivo di Sierra Club, Michael Brune, ha denunciato che «mentre il Paese si concentra sulla protezione della salute pubblica e della sicurezza contro il Covid-19, Donald Trump e Andrew Wheeler stanno sfruttando questa pandemia per rendere legale l’inquinamento tossico.

Sebbene non ci siano limiti alle nefandezze che Trump e Wheeler sono disposti a fare per le compagnie che inquinano, esiste un limite a ciò che l’opinione pubblica gli permetterà di fare.

Questa azione illegale e sconsiderata non passerà in maniera incontrollata».

Cynthia Giles, che è stata a capo dell’ufficio esecutivo dell’Epa durante l’amministrazione Obama, ha definito in un’intervista a The Hill la moratoria sull’applicazione delle leggi ambientali federali «una rinuncia al dovere dell’agenzia.

Questa dichiarazione dell’Epa è essenzialmente una rinuncia nazionale alle regole ambientali per un futuro indefinito.

Indica alle compagnie di tutto il Paese che non dovranno affrontarne l’applicazione delle sanzioni anche se emettono un inquinamento illegale nell’aria e nell’acqua in violazione delle leggi ambientali, purché sostengano che questi incidenti sono in qualche modo “causati” dalla pandemia del virus.

E consente loro anche di evitare il monitoraggio, quindi potremmo non sapere mai quanto sia stato grave e violento un inquinamento».

L’Epa era stata messa sotto pressione da diverse industrie, con in testa quelle petrolifere, perché sospendesse l’applicazione di una serie di regolamenti ambientali a causa della pandemia.

E Wheeler ha subito risposto sollecitamente: «L’Epa si impegna a proteggere la salute umana e l’ambiente, ma riconosce che le sfide derivanti dagli sforzi per proteggere i lavoratori e il pubblico dal Covid-19 possono influire direttamente sulla capacità delle strutture regolamentate di soddisfare tutti i requisiti normativi federali».

In una lettera di 10 pagine inviata all’Epa all’inizio di questa settimana, la potentissima lobby dell’American Petroleum Institute (API, che annovera tra i massimi finanziatori del Partito Repubblicano e di Trump) ha chiesto una sospensione delle regole che richiedono la riparazione di attrezzature che perdono e del monitoraggio per assicurarsi che l’inquinamento non penetri nelle acque circostanti a impianti e oleodotti.

Altre industrie avevano anche chiesto di estendere a tutti gli impianti le clausole di “forza maggiore”, consentendo una proroga delle scadenze per raggiungere diversi obiettivi ambientali obbligatori.
Ma secondo la Giles, gli ambientalisti e molti democratici, quanto deciso dall’Epa va oltre quella richiesta, dando alle industrie praticamente il permesso di inquinare senza la supervisione dell’Agenzia.

«Incredibilmente, con la dichiarazione dell’Epa non si riserva nemmeno il diritto di agire in caso di una minaccia imminente per la salute pubblica.

Invece, l’Epa afferma che rimanderà tutto agli stati e che “collaborerà con la facility” per ridurre al minimo o prevenire la minaccia.

L’Epa non dovrebbe mai rinunciare al suo diritto e al suo obbligo di agire immediatamente e con decisione quando vi è una minaccia per la salute pubblica, indipendentemente dal motivo.

Non sono a conoscenza di alcun caso in cui l’Epa abbia mai rinunciato a questa autorità fondamentale come fa in questa nota».

L’unica avvertenza data dall’Epa è che le compagnie dovrebbero cercare di minimizzare «gli effetti e la durata di qualsiasi non conformità» con le leggi ambientali e dovrebbero anche tenere un registro della propria non conformità, oltre a identificare come il coronavirus sia stato un fattore determinante.
Di fronte alle critiche montanti il portavoce dell’Epa Andrea Woods ha cercato di minimizzare e in una email inviata a The Hill scrive che «durante questo periodo straordinario, l’Epa ritiene che sia più importante per gli impianti garantire che le loro apparecchiature di controllo dell’inquinamento rimangano attive e funzionanti e che le strutture funzionino in modo sicuro, piuttosto che effettuare campionamenti e segnalazioni di routine.

Se un impianto ha superato i limiti di inquinamento, la politica non offre alcuna garanzia di azione.

Manteniamo tutta la nostra autorità e la eserciteremo in modo appropriato.

E’ una politica temporanea e verrà chiusa quando questa crisi sarà superata».

Eric Schaeffer, ex direttore civil enforcement dell’Epa, che ora fa parte di Environmental Integrity Project, ha scritto in una lettera fermata a nome di diversi gruppi ambientalisti: «Non è chiaro il motivo per cui le raffinerie, gli impianti chimici e altre strutture che continuano a funzionare e mantengono i loro dipendenti sulla linea di produzione non avranno più il personale o il tempo necessario per conformarsi alle leggi ambientali».

Gli autori della lettera hanno anche duramente criticato le richieste dell’API, sostenendo che «le comunità vicine dovrebbero affrontare un’esposizione prolungata a una serie di inquinanti dell’aria e dell’acqua che potrebbero essere emessi attraverso la produzione di petrolio, qualcosa che avrebbe un impatto molto specifico sulla salute e sulla sicurezza pubblica».

Nessuna moratoria invece per le osservazioni pubbliche contro i progetti di industrie inquinanti che gli ambientalisti avevano chiesto proprio perché l’emergenza da coronavirus impedisce la loro normale attività.

Per l’Epa in questo caso non è possibile fare nessuna eccezione.

Caroline Henderson, senior climate campaigner di Greenpeace Ud sa evidenzia che «mentre milioni di americani soffrono a causa della pandemia di Covid-19, Donald Trump e l’amministratore Epa Andrew Wheeler stanno riscrivendo le regole per le industrie dell’energia sporca.

Con gli Stati Uniti che si trovano ad affrontare una crisi di salute pubblica senza precedenti, per l’Epa questo non è il momento di allentare gli standard fondamentali di salute pubblica.

Non possiamo lasciare che la risposta del nostro governo in questo momento sia guidata dai lobbisti dell’American Petroleum Institute che cercano di sfruttare la crisi per il proprio guadagno.

Se le compagnie petrolifere e del gas non sono in grado di eseguire un monitoraggio di base per la salute pubblica, dovremmo essere preoccupati anche altri aspetti delle loro operazioni siano messi a repentaglio.

La salute e la sicurezza dei lavoratori e delle comunità del settore che vivono vicino alle infrastrutture del petrolio e del gas devono essere una priorità.

Nel bel mezzo di una pandemia, l’Epa dovrebbe concentrarsi sulla protezione della salute delle persone più vulnerabili, non allentare gli standard per le corporation inquinanti».

La presidente del Natural Resources Defense Council, Gina McCarthy, conclude: «Questa è una licenza open per inquinare.

Chiaro e semplice.

In questo momento, l’Amministrazione dovrebbe dare il massimo per rendere il nostro Paese più sano, invece sta approfittando di una crisi di salute pubblica senza precedenti per fare favori agli inquinatori che minacciano la salute pubblica.

Tutti possiamo apprezzare la necessità di ulteriore cautela e flessibilità in un momento di crisi, ma questa sfacciata direttiva è un’abdicazione della responsabilità dell’Epa di proteggere la nostra salute».

(Articolo pubblicato con  questo titolo il 27 marzo 2020 sul sito online “greenreport.it”)

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