Una delle domande che ricevo spesso negli ultimi giorni riguarda il potenziale impatto del Covid-19 sui ghiacciai del nostro pianeta. Una risposta definitiva non esiste ma possiamo analizzare quali sono gli aspetti che, verosimilmente, saranno influenzati e cosa possiamo aspettarci. La riduzione della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera osservata nei mesi passati potrebbe portare ad una diminuzione della fusione dei ghiacci, ma solo se tale riduzione avviene a grande scala e a lungo termine. Infatti, nonostante molte delle attività produttive e commerciali responsabili delle emissioni di CO2 siano state interrotte in diverse zone del nostro Pianeta, la concentrazione globale continua ad aumentare a un ritmo esponenziale. Inoltre, anche se dovessimo spegnere tutte le fonti delle emissioni di CO2, l’effetto sul riscaldamento globale dell’anidride carbonica accumulata nell’atmosfera continuerebbe a farsi sentire per decenni. L’albedo Su un altro versante, la riduzione di inquinanti atmosferici favorisce l’aumento della radiazione solare che raggiunge la superficie del nostro Pianeta e, di conseguenza, la fusione dei ghiacci. Tuttavia, quanta dell’energia solare sarà effettivamente assorbita (e contribuirà perciò alla fusione) dipende dal cosiddetto “albedo”, ovvero la capacità di un corpo di riflettere o assorbire la radiazione solare. L’albedo, a sua volta, dipende da quanta neve si è accumulata durante l’inverno, dall’accumulo di polveri e inquinanti e altri fattori. A questo, poi, va aggiunto il fatto che quest’anno la maggior parte delle campagne di misure a terra sono state e saranno cancellate a causa della pandemia, rendendo ancora più difficile sapere cosa effettivamente sia accaduto. Il registro delle nevi D’altra parte, una cosa è certa: la pandemia che sta colpendo la nostra società sarà registrata nelle nevi e nei ghiacci che si stanno formando sul nostro pianeta. “Questi dati saranno preservati nel ghiaccio” – ha dichiarato Lonnie Thompson, illustre professore di scienze della terra presso la Ohio State University […]