Clima e ambiente: mozione della maggioranza impegna il governo, il Pniec cambierà

 

Riduzione di emissione di anidride carbonica e la decarbonizzazione; interventi di mitigazione e prevenzione del dissesto idrogeologico; inserimento in Costituzione della tutela della natura, dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile; piano nazionale integrato per energia e clima; ricognizione degli incentivi per l’efficientamento energetico; transizione verso il modello di economia circolare; la riduzione dei sussidi ambientali dannosi e le politiche del trasporto.

C’è un po’ la summa dei desiderata degli ultimi vent’anni nella mozione di maggioranza n. 194 approvata oggi dall’Assemblea.

Che non è esattamente un complimento, ma che non vuole essere nemmeno una critica feroce.

Semplicemente tutte le iniziative indicate sono assolutamente opportune e alcune nei vari governi almeno dal 2000 in poi hanno trovato qualche tentativo più o meno andato a segno, ma se siamo ancora alle mozioni e non all’integrazione di questi temi nelle scelte di ogni intervento del governo, significa che si è fatta poca strada.

Il Ministro dell’ambiente Costa, a seguito dell’approvazione della mozione, ha ricordato che la Commissione europea presenterà a settembre il piano d’impatto, che l’Italia è il Paese leader della decarbonizzazione, che secondo insigni economisti per ogni posto di lavoro perduto dell’economia fossile se ne creano cinque nell’economia green.

In realtà, come scritto ieri, forse eravamo leader, perché attualmente stiamo segnando il passo.

Peraltro ha confermato che il Piano energia e clima (che lui stesso e il governo hanno presentato a gennaio) va rifatto per aggiornarsi ai nuovi obiettivi annunciati dall’Ue con un taglio ad oggi di emissioni italiano previsto al 2030 al -37% circa rispetto al 1990, e che dovrà arrivare al -50-55%.

Il nostro obiettivo – dichiara Costa – è semplificare, sburocratizzare, velocizzare, in un’ottica europea che va verso la sostenibilità, nella quale ambiente e natura non sono la stessa cosa e nella quale si inserisce il Pniec, già depositato dall’Italia, che ha l’obiettivo di renderlo ancora più ambizioso con un aumento del taglio delle emissioni tra il 50 e il 55%, ovvero al di sopra del 40% previsto al 2030”.

Rallegrandosi per il dibattito e la significativa convergenza, Costa ha poi espresso parere favorevole sulla mozione di maggioranza n. 194 (testo 4); quanto alle mozioni delle opposizioni, respinte le premesse, il Ministro ha accettato, senza riformulazioni, i punti 3, 6, 7, 8, 10, 12 e 14 della mozione n. 198 (testo 2) di FdI; i punti 3 e 5, senza riformulazione, della mozione n. 195 di FI; tutti i punti del dispositivo di L-SP n. 244 (testo 2) con riformulazioni.

Segnaliamo che, alla luce di tutto il dibattito in corso e della campagna di sensibilizzazione di Greta Thunberg, il sen. Berutti (FI) nella sua mozione n. 195 aveva chiesto che impegna il Governo, in vista della conferenza delle Nazioni Unite sul clima, si adoperasse per l’adozione di un codice trasparente che non penalizzi l’Italia e per il raggiungimento di un vero accordo che coinvolga i Paesi dove maggiori sono gli effetti serra, dimenticandosi che l’Italia è in pieno cambiamento climatico con temperature più alte rispetto all’intera Ue.

Anche il sen. Arrigoni (L-SP) ha ricordato che le emissioni europee sono di gran lunga inferiori a quelle di altri Paesi (che purtroppo per molte forze politiche è la scusa per non fare nulla) e poi invece un’annotazione giusta, ovvero che l’economia circolare non si esaurisce nella raccolta differenziata, richiedendo – ad esempio – anche la realizzazione di impianti di compostaggio e termovalorizzatori. Una dichiarazione alla quale va aggiunto che la penuria di impianti riguarda tutta la filiera della corretta gestione integrata dei rifiuti.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 10 giugno 2020 sul sito online “greenreport.it”)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Vas