Esperti: realistico l’obiettivo della Cina di raggiungere la “carbon neutrality” entro 2060

 

BRUXELLES – Esperti in tutto il mondo dicono sì ai propositi della Cina in campo ambientale.

Hanno accolto come “importante” e anche “realistica” l’impegno annunciato dal presidente cinese Xi Jinping alla 75/ma Assemblea generale delle Nazioni Unite di raggiungere il picco delle emissioni di CO2 prima del 2030 e poi raggiungere la “carbon neutrality” cinese entro il 2060, accelerando così la transizione globale “verso uno sviluppo verde e a basse emissioni“.

Secondo Refinitiv, fornitore globale di dati e infrastrutture per i mercati finanziari, il nuovo obiettivo segna due cambiamenti significativi dall’impegno cinese per il clima formulato nell’ambito dell’Accordo di Parigi del 2015.

In precedenza, l’impegno della Cina prevedeva il raggiungimento del picco delle emissioni “intorno al” 2030, passando adesso a “prima” del 2030.

In secondo luogo, questa è la prima volta che l’ambizioso obiettivo della “carbon neutrality” è stato annunciato pubblicamente con una precisa scadenza temporale.

Le grandi dimensioni dei consumi energetici e delle emissioni della Cina richiederanno sforzi significativi per raggiungere l’obiettivo“, ha detto Yuan Lin, analista di Refinitiv Carbon Research.

Questo è un annuncio importante, in quanto la Cina ha fissato un obiettivo finale per le emissioni“, ha detto Helen Clarkson, amministratore delegato di Climate Group, un’organizzazione internazionale no-profit con sede a Londra.

I leader di tutto il mondo vorranno capire i dettagli di come la Cina procederà nel raggiungimento di queste azioni“, ha detto Clarkson riguardo la promessa della Cina di adottare approcci più vigorosi ed efficaci nel perseguire uno sviluppo verde e sostenibile. 

Jarl Krausing, direttore internazionale del think tank ecologico Concito, ritiene che l’obiettivo sia realistico.

Al quotidiano danese Politiken, Krausing ha detto che la piantumazione di alberi diventerà parte della strategia della Cina, aggiungendo che la Cina prevede di ripiantare un’area equivalente a quattro volte la superficie dell’Inghilterra in base al suo “piano attuale“.

Jeffrey Sachs, professore di economia alla Columbia University e senior adviser dell’Onu, prevede che la Cina raggiungerà l’obiettivo anche prima della data, “dato che la Cina è in procinto di introdurre tecnologie di livello mondiale” nel settore delle industrie energetiche e ad alta tecnologia verdi.

Secondo il Climate Action Tracker (CAT), se l’obiettivo della Cina sarà raggiunto, ridurrà le proiezioni sul riscaldamento globale di circa 0,2-0,3 gradi, la maggiore riduzione mai stimata dal CAT.

Accolgo con favore l’ambizione della Cina di ridurre le emissioni e di raggiungere la ‘carbon neutrality’ entro il 2060. È un passo importante nella nostra lotta globale contro il cambiamento climatico nell’ambito dell’Accordo di Parigi“, ha dichiarato in un tweet la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen mercoledì 23 settembre.

“Lavoreremo con la Cina su questo obiettivo”, ha aggiunto.

Infine, William Jones, della rivista statunitense Executive Intelligence Review, ha detto “che è stata anche una dichiarazione significativa per quanto riguarda gli Stati Uniti, che hanno parlato di quello che faranno per il loro Paese, ma non di quello che faranno per gli altri Paesi“, osservando come il presidente Xi abbia detto che i principali Paesi hanno una maggiore responsabilità.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 25 settembre 2020 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

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