Una politica agricola europea (PAC) «verde» in linea con le ambizioni climatiche europee, quella proposta al Parlamento europeo dalla Commissione, guidata da Ursula Von der Leyen. La proposta per una nuova PAC, il più importante strumento di aiuti diretti in tutta l’Unione europea, è oggetto di revisione al Parlamento europeo, riunito questa settimana in sede plenaria a Strasburgo. Un’occasione mancata, un’operazione di greenwashing o ancora uno schiaffo alle ambizioni climatiche europee, denunciano le associazioni ambientaliste. Una riforma osteggiata invece dai giganti dell’agro-business che, come hanno denunciato numerose Ong impegnate nella lotta ai cambiamenti climatici, da mesi fanno pressione sulle istituzioni europee per stemperare la riforma. Un pacchetto di riforme basato su tre punti cardini: i piani strategici della PAC, la regolazione del mercato comunitario dei prodotti agricoli ed infine la struttura di governance e finanziamento della spesa agricola. Che la nuova proposta non facesse prova di unanimità è emerso subito, con un impressionante numero di emendamenti, ben 1942, presentati dai vari gruppi parlamentari nella votazione di martedì 20 ottobre. In questo contesto a prevalere è stata la linea della maggioranza, composta da popolari (PPE), socialisti (S&D) e liberali (Renew Europe), promotori di un unico maxi-emendamento che stempera il carattere innovatore della riforma. Di «riforma inaccettabile» ha parlato Philippe Lamberts, capogruppo dei verdi europei (Greens/EFA), promettendo una dura opposizione nei prossimi appuntamenti parlamentari. La politica agricola comune, nata nel 2003, modificata una prima volta nel 2013, rappresenta da sola un terzo del budget europeo. Il primo pilastro, quello più controverso, è composto dagli aiuti diretti agli agricoltori. Un strumento che avrebbe dovuto garantire una migliore redistribuzione di risorse per tutti gli agricoltori europei, ma che nei fatti finisce troppo spesso nelle tasche di pochi. Attualmente il 2 % dei beneficiari ricevono il 30 % degli aiuti, mentre il 40 % […]