Si è chiusa la due giorni su “L’agenda ambientale interroga la politica”, l’evento di formazione per giornalisti e non solo organizzato a Roma (venerdì 23 ottobre) e a Montefiascone-Viterbo (sabato 24 ottobre) da Greenaccord e da “Associazione Rocca dei Papi per un’ecologia integrale”, che si è focalizzata attorno a un quesito centrale, riassunto dal presidente di Greenaccord Alfonso Cauteruccio: «Può la Laudato si’ diventare elemento aggregatore per un movimento che possa cambiare radicalmente il modo di far politica? Può essere una lente con cui leggere la realtà odierna e i bisogni?». «L’enciclica di papa Francesco – ha esordito padre Giacomo Costa, direttore del mensile dei Gesuiti Aggiornamenti Sociali – consta di sei articoli, ciascuno con un suo approccio disciplinare, ma il tema cruciale è il difficile rapporto fra politica ed economia. Ma anche la politica deve cambiare, non deve più focalizzarsi sul risultato immediato. Abbiamo bisogno di una visione ampia e di un approccio integrale, che lotti contro qualsiasi riduzionismo. L’ecologia integrale di cui parla il Papa non è soltanto una preoccupazione verde, ma un approccio a tutti i sistemi complessi, una relazione tra le singole parti, ma anche fra esse e il tutto». Ma quanto è stata introiettata dalle comunità l’idea di sostenibilità? «Da ormai sei anni, attraverso l’istituto di ricerca Eumetra, realizziamo, per conto di LifeGate, un osservatorio sugli atteggiamenti e comportamenti degli italiani legati alla sostenibilità ambientale e sociale, e i risultati sono molto incoraggianti – ha detto il sociologo e saggista Renato Mannheimer – Il 70% della popolazione oggi sa che cosa significa riscaldamento globale. Il 38% degli intervistati ritiene che l’impegno ambientale e sociale sia prioritario, tra i giovani esso raggiunge il 44%. Per il 50% è importante impegnarsi nella sostenibilità. Vi è dunque un’ampia base potenziale per un impegno politico in questo senso. […]