Decreto Clima, un anno dopo il 79% è ancora lettera morta

 

Lo iato tra la narrazione e la realtà, in politica, si sta sempre più allargando e se si parla di economia verde, il «primo atto del Green new deal italiano» – ovvero il decreto Clima, come ebbe a definirlo un anno fa il ministro dell’Ambiente Sergio Costa – il fact-checking è impietoso.

E pensare che oltretutto fin da subito era stato da molti definito carente e al massimo un primo passo.

I “conti” sono nello studio fatto da Public Policy sulla base del monitoraggio dell’Ufficio del Programma di Governo a Palazzo Chigi: il cosiddetto decreto Clima è stato approvato a ottobre 2019 e dopo un anno sono solo 3 su 14 i decreti attuativi adottati, per un tasso complessivo pari a poco più del 21%. ùAgli 11 decreti attuativi mancanti sono legati fondi per 325 milioni di euro, di cui 70 per gli anni 2019-2020.

Ricordate tutta la discussione sui prodotti sfusi, che nel decreto Clima ha portato – almeno in teoria – a incentivare i commercianti per incoraggiarne la diffusione e la soddisfazione di ‘aver raggiunto’ questo traguardo?

In realtà il dm è atteso da metà dicembre 2019.

Fermo anche il fondo da 27 milioni per l’acquisto di eco-compattatori, il cosiddetto programma sperimentale “Mangiaplastica”.

Bloccati pure i 40 milioni per il destinati alla creazione e all’ammodernamento di corsie preferenziali per il trasporto pubblico locale o le piste ciclabili.

I 20 milioni per progetti sperimentali di trasporto scolastico sostenibile con mezzi di trasporto ibridi o elettrici?

Nulla di nulla.

Tra le cose più note, è andata bene per il bonus bici e, pur con nove mesi di ritardo, almeno è stato adottato il dm attuativo che determina i criteri di riparto dei 30 milioni da dare alle Città metropolitane che presenteranno programmi di dimora di alberi, reimpianto e silvicoltura e per la creazione di foreste urbane e periurbane.

Infine, a metà maggio scorso, pur in ritardo, è stato approvato il dpcm che nomina con un unico atto un Commissario e due subcommissari per la realizzazione degli interventi di depurazione, fognatura e collettamento.

Insomma, la politica degli annunci vince ancora nettamente sui dati di fatto, e l’ambiente purtroppo è da sempre una delle vittime preferite.

(Articolo pubblicato con questo titolo il 27 ottobre 2020 sul sito online “greenreport.it”)

 

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