Alghero, Pischina Salida, Hotel Capo Caccia Quanto avvenuto agli inizi di dicembre 2020 ad Alghero, sul promontorio di Capo Caccia, ha riproposto vicende che sembravano ormai lontane nel tempo. Sfacciatamente è stato realizzato “il disboscamento totale effettuato su un bosco misto di Ginepri e Conifere eseguito per una porzione di circa un 6000 mq, in assenza di qualsiasi autorizzazione paesaggistica ed anche della valutazione di incidenza ambientale (Vinca)” (vds. Parco di Porto Conte, sequestro di un’area disboscata, in sito web istituzionale C.F.V.A., 7 dicembre 2020) nell’area dell’Hotel Capo Caccia, acquisito nel 2019 da una cordata di imprenditori capeggiata da Francesco Biasion, titolare della società siderurgica Bifrangi e del vicino “Condominio Eurotel Capocaccia”, altra struttura ricettiva che ha visto lustri di analoghi contenziosi giudiziari. Il taglio boschivo “in danno di un soprassuolo caratterizzato dalla presenza di Ginepri secolari e numerosissime piante di Pino”, costituisce un vero e proprio delitto ambientale, in area particolarmente protetta. L’area è stata posta sotto sequestro preventivo da parte del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, per evitare che il danno ambientale fosse ancora maggiore. zona di protezione speciale – Z.P.S. “Capo Caccia” Fra le indignate reazioni da parte di amministratori locali (sindaco e maggioranza, opposizione consiliare) associazioni ambientaliste e, soprattutto, da parte di tanti cittadini, fin da subito vi sono state prese di posizione estremamente critiche da parte del Comune di Alghero e da parte dell’Azienda speciale di gestione del Parco naturale regionale di Porto Conte, mentre ha tentato di minimizzare il rappresentante legale del Condominio Eurotel Capo Caccia, parlando di “regole antincendio”. In realtà, le applicabili prescrizioni regionali antincendio 2020-2022 (deliberazione Giunta regionale 23 aprile 2020, n. 22/3, Allegato, artt. 12, lettera a, 21-24) non esimono dal richiedere le varie autorizzazioni ambientali in relazione allo stato giuridico dei terreni interessati. Per stravolgere l’ambiente di Capo Caccia, come è accaduto, se fosse stato possibile, sarebbe stato necessario acquisire quantomeno: * autorizzazione paesaggistica (art. 146 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.); * […]