“Sbagliato spendere di più per le armi: è contro la difesa Ue” 

ELISABETTA AMBROSI, IL FATTO QUOTIDIANO 21/03/2022

Elly Schlein al Centro Congressi Roma Eventi durante l?Assemblea Nazionale di Sinistra Italiana, Roma 15 Febbraio 2020. ANSA/GIUSEPPE LAMI

Definisce l’invio di armi a Kiev un enorme “dilemma etico” ma sull’aumento delle spese militari è netta: “È sbagliato perché, oltre a discendere da accordi Nato di cui si discute da anni, quindi non legata direttamente la crisi ucraina e con valenza pluriennale, va in direzione opposta rispetto a una razionalizzazione delle spese in vista di una difesa europea, quella in cui credo da federalista convinta”. Elly Schlein, vicepresidente della regione Emilia Romagna con delega alla transizione ecologica, è reduce, sabato a Roma, dal partecipato appuntamento “Visione Comune”. Critica il governo Draghi anche sulla transizione ecologica: “Manca una strategia nazionale che capisca quanto la conversione ecologica e la decarbonizzazione siano trasversali a tutti i settori”.

Cos’è “Visione comune” e quali sono i temi cardine emersi? 

È un luogo trasversale dove aggregare le forze sui contenuti da realizzare: uscita dalle fonti fossili, un piano di sviluppo delle rinnovabili, comunità energetiche, salario minimo, contrasto all’elusione fiscale delle grandi multinazionali, nuovo welfare di prossimità, città dei 15 minuti, congedo paritario, settimana lavorativa breve, nuovi diritti del lavoro digitale. La visione comune non è nata ieri, ma per la prima volta è emersa chiaramente e in modo trasversale tra esponenti di diverse forze sociali e politiche (Pd, Cinque Stelle, sinistra ecologista).

Il centrosinistra è ancora molto diviso. L’agenda Draghi è o no la vostra agenda?

Quella che abbiamo provato a delineare non è l’agenda di un governo di larghissime intese, ma di un campo pacifista, ecologista, progressista, femminista che non c’è. D’altronde, se vogliamo riallacciare i fili con ciò che si muove nella società, serve chiarezza, per superare le frammentazioni dei partiti più piccoli, ma anche le contraddizioni di quelli più grandi. Non è un tema che ci possiamo porre quindici minuti prima delle elezioni. Ci sono persone senza tessera che queste battaglie già le realizzano.

Transizione ecologica: come giudica l’operato del governo e del ministro Cingolani?

La transizione per funzionare deve essere giusta e accompagnare le fasce più fragili. Ma questo governo non sembra orientato a politiche redistributive delle ricchezze, dei saperi e del potere. E poi punta ancora sulle fonti fossili, e mi sembra che non creda nemmeno nelle potenzialità del superbonus, che ci farebbe risparmiare il 15% di gas dall’estero.

E sul Pnrr?

La parte sulla transizione ecologica è debole. Mi preoccupa poi che per rispondere al dramma del caro energia, il governo scelga la strada di prendere le risorse dalle aste di CO2 che devono sostenere lo sviluppo delle rinnovabili. Sacrifichiamo all’urgenza dell’oggi la possibilità dell’indipendenza energetica di domani, che è invece una questione democratica e di credibilità sullo scacchiere geopolitico. Non solo, è anche la scelta più economica: il World Energy Outlook, per dire, individua il fotovoltaico come la fonte con i costi di elettricità più bassi della storia. Non lo chiedono solo gli ecologisti di accelerare sulle rinnovabili, ma anche le imprese, Confindustria compresa.

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