“Non siamo equidistanti: usano Segre contro l’Anpi”

TOMMASO RODANO, IL FATTO QUOTIDIANO 26 MARZO 2022

“Dopo aver letto i giornali, ho iniziato a mettere in dubbio le mie stesse parole. Forse ho partecipato a un congresso diverso?”. Il presidente dell’Anpi, Massimo Pagliarulo, non sa se prenderla a ridere. Sulla grande stampa, il diciassettesimo congresso dell’associazione dei partigiani, in corso a Riccione, è stato citato solo per le presunte polemiche di Sergio Mattarella e Liliana Segre. “Non me ne capacito”, insiste Pagliarulo: “Per la prima volta dall’inizio della guerra, siamo riusciti a mettere insieme forze sindacali, associazioni, partiti, cattolici. Una rete sociale che ha pure opinioni diverse, ma in un dialogo civile e fecondo. Zaki, monsignor Zuppi, Letta, Conte, Liliana Segre, Cigl, Cisl e Uil. Abbiamo costruito un ponte. Invece i giornali ci trattano come un nemico”.
Segre ha detto che non è concepibile “nessuna equidistanza” sulla guerra. Non ce l’aveva con voi?
Sottoscrivo tutto quello che ha detto. Noi non siamo affatto equidistanti, non ci siamo mai sognati di metterci in un punto intermedio. È pura invenzione giornalistica. Abbiamo condannato in ogni modo l’invasione russa, un atto in contrasto rovinoso e sanguinoso col diritto internazionale. Cos’altro dobbiamo dire? Sono alla disperante e disperata ricerca di un nemico che non c’è.
Lei non ha detto nemmeno che vorrebbe smantellare la Nato?
È un’altra mistificazione. Abbiamo proposto la costruzione di un sistema di Difesa europeo, che possa garantire l’autonomia anche militare del continente. Pensiamo sia sbagliato che questo sistema si aggiunga alla Nato: dovrebbe sostituirla progressivamente, ma non immaginiamo certo che l’Alleanza atlantica sia dismessa da un giorno all’altro.
Riconosce però che l’Anpi si è divisa sulle armi all’Ucraina.
Le sembra che il congresso fosse diviso come l’hanno rappresentato i giornali? È successo un fatto: Carlo Smuraglia, nostro presidente emerito e grande personalità, ha espresso un giudizio diverso da quello del gruppo dirigente sull’opportunità di inviare armi all’Ucraina. Lui è favorevole, l’Anpi no. Questa è l’unica divergenza. Siamo una casa, non una caserma, ma si sono inventati una frattura totalmente inesistente.
Perché l’Anpi dovrebbe essere attaccata dalla stampa (oltre che dall’area di Renzi e Calenda)?
Forse pensano di isolarci. Ma sulla guerra le posizioni di Anpi sono affini a quelle della Cgil, simili alla Uil, ci riconosciamo pienamente nelle parole di Papa Bergoglio, siamo all’interno di un larghissimo fronte associativo. I sondaggi pubblici dicono tutti, con diverse percentuali, che la maggioranza assoluta degli italiani è contro l’invio delle armi. Abbiamo la netta impressione che non siamo affatto noi ad essere isolati, semmai alcuni dei nostri critici.
A proposito, le parole durissime di Bergoglio sulla spesa militare sono state praticamente ignorate da quotidiani e telegiornali.
C’è il pericolo di una militarizzazione del dibattito pubblico in cui ci scompaiono i grigi, ci sono solo bianchi e neri. Vorrei pregare tutti coloro che operano in questa direzione di darsi una calmata: l’Italia non è in guerra e speriamo che continui a restarne fuori. Un dettaglio che a qualcuno non è chiaro.

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