Nucleare, l’Aiea: “No alert sui soldati russi contaminati”

Chernobyl: “Misurazioni su scorie e radioattività in linea”. I tecnici russi arrivati a Zaporizhia, cuore energetico del Donbass

DI COSIMO CARIDI, IL FATTO QUOTIDIANO, 1 MAGGIO 2022

Gli ispettori dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) sono al lavoro nell’area dell’ex centrale di nucleare di Chernobyl. Dopo vari allarmi, lanciati dal governo di Kiev sulla sicurezza degli impianti di stoccaggio, l’Aiea ha iniziato le rilevazioni su scorie nucleari e radioattività. Le misurazioni effettuate dall’Agenzia non hanno rilevato cambiamenti tali da giustificare i segnali di pericolo ripetuti dall’esecutivo ucraino. Sotto accusa c’è, o meglio c’era, la gestione del sito dopo l’occupazione russa.
A fine febbraio il primo punto di contatto, escluso l’est del Paese, tra le truppe russe e quelle ucraine è stato proprio nei pressi dell’ex centrale nucleare. Le truppe di Mosca, entrate in Ucraina dal confine bielorusso, conquistarono l’area. Dopo l’incidente del 26 aprile 1986 tutti i reattori sono stati spenti e la zona è disabitata. Sul reattore numero quattro è stato calato un sarcofago di cemento, costato circa un miliardo di euro e finanziato in buona parte dall’Unione Europea. Si trovano lì anche le barre di combustibile usato, in una piscina di contenimento. Poco prima dello scoppio della guerra era iniziato lo spostamento di questi rifiuti nucleari in un sito dove sarebbero stati stoccati per i prossimi 100 anni.
L’area attorno ai rettori, per un raggio di decine di chilometri, è chiusa a causa delle radiazioni ancora sprigionate dal terreno. Ad alimentare le paure di tutta Europa era stata la notizia, rivelatasi falsa, di diversi soldati russi trasferiti in cliniche bielorusse per la sovraesposizione alla radiazioni. Gli ispettori dell’Aiea hanno controllato le 18mila barre immerse nella piscina e le varie strutture dell’area. La principale preoccupazione nasceva da un blackout elettrico avvenuto il 9 marzo che ha bloccato l’impianto di raffreddamento e riciclo delle acque della piscina. L’Agenzia non ha riscontrato anomalie e ha assicurato che le barre hanno un rilascio radioattivo limitato, spiegando che neanche un blocco elettrico di diversi giorni avrebbe effetti troppo pericolosi.
Tra i dati raccolti dai tecnici Aiea ci sono anche le radiazioni nelle zone dove i soldati russi hanno movimentato il terreno. Secondo Kiev questi militari avrebbero assorbito radiazioni “tali da non lasciare loro più di un anno di vita”. Secondo i tecnici dell’Agenzia i valori radioattivi sono tra le 3 le 5 volte sopra la norma, ma ancora in linea con la dose naturale assorbita annualmente.
Intanto l’Agenzia fa sapere che alla centrale di Zaporizhia sono arrivati otto specialisti di Rosenergoatom, unità della compagnia nucleare statale russa Rosatom. La centrale di Zaporizhia è la più importante dell’Ucraina, produce il 20% dell’energia elettrica per uso domestico di tutto il paese. A inizio marzo l’esercito russo attaccò e occupò la centrale. Negli scontri andò a fuoco, bruciando per tutta la notte, un edificio a poche centinaia di metri da un reattore attivo. L’energia prodotta a Zaporizhia è sufficiente a soddisfare le necessità elettriche di tutto i Donbass. Al momento per la gestione della centrale Mosca sta utilizzando gli addetti ucraini che la seguono da anni. Gli specialisti di Rosenergoatom hanno chiesto, si legge nel comunicato dell’Aiea, rapporti quotidiani e “questioni riservate” del funzionamento dell’impianto. Queste informazioni riguardano anche la gestione del combustibile nucleare, sia utilizzabile che esaurito e dei rifiuti radioattivi.
Oltre a Zaporizhzhia in Ucrainia ci sono altre tre centrali nucleari attive, una nel sud e due a ovest. Il 26 aprile, giorno dell’anniversario del disastro di Chernobyl, il presidente Volodymyr Zelensky nel suo consueto videomessaggio notturno ha accusato la Russia di aver fatto passare tre missili sopra le centrali nucleari in funzione. La risposta del Cremlino è, come da routine, opposta: “Abbiamo offerto garanzie di sicurezza sugli impianti nucleari dell’Ucraina sin dall’inizio dell’operazione speciale”.

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