La risoluzione adottata dall’Unesco ieri, giovedì 14 luglio nella 40a sessione a Istanbul, relativa al sito Venice and its Lagoon, è un grande successo di tutti coloro che hanno lavorato in questi anni per la tutela della città e della sua Laguna, ma è anche il riconoscimento della fondatezza delle posizioni di Italia Nostra e delle sue denunce sullo stato di pericolo della città. Nell’ottobre dello scorso anno tre commissari (Unesco, Icomos, Ramsar) hanno effettuato a Venezia un’ispezione e redatto una relazione sfociata nella risoluzione comunicata oggi. La risoluzione dell’Unesco – riconoscendo come reali i rischi per la conservazione del sito da noi denunciati – richiede allo Stato italiano entro il primo febbraio del 2017 di presentare un rapporto dettagliato sullo stato di conservazione del sito, chiedendo contestualmente misure urgenti, quali il fermo di qualsiasi nuovo progetto infrastrutturale, un documento «legale» che introduca la proibizione alla grandi navi passeggeri e commerciali di entrare in Laguna, l’introduzione di limiti nel traffico acqueo (di velocità, e nel tipo di scafi e imbarcazioni) in città e in Laguna e una strategia efficace per un turismo sostenibile. In mancanza di progressi, l’Unesco prenderà in considerazione di iscrivere il sito nella lista dei siti in pericolo, al pari di luoghi a rischio di essere distrutti da eventi bellici. Uno schiaffo che il governo italiano si spera non voglia subire, correndo finalmente ai ripari con decise misure per la tutela di Venezia e della Laguna, quali l’estromissione delle grandi navi croceristiche, il contenimento del traffico di grandi navi commerciali in Laguna e dei danni provocati dal Canale dei Petroli, la rifunzionalizzazione idraulica della Laguna centrale, e una politica di forti incentivi economici a sostegno della residenza e delle attività tradizionali o comunque non legate al turismo. Vale a dire una nuova legge speciale. Italia Nostra […]