Il contributo portato da VAS e Basta Cartelloni sulla stima dei costi di realizzazione di un servizio di Bike Sharing per Roma

 

Come risulta dal Verbale della seduta della Commissione Commercio del 9 novembre 2016, con riferimento al servizio di Bike Sharing il Presidente della Commissione Commercio Andrea Coia ha fatto sapere che «ha avuto luogo una commissione congiunta con commissione mobilità relativa la bike Sharing» e che «l’argomento va approfondito».

Il capo staff dell’Assessore alle Attività Produttive, dott. Leonardo Costanzo, ha rilasciato la seguente dichiarazione: «Il nodo è quello del bike sharing che prevedeva un’allocazione di 8.000 mq., i più prestigiosi, per finanziare un certo numero di ciclo-stazioni.  

Si è fatta un’analisi su 80 ciclo-stazioni per 580 bikes. Bisogna capire se 8.000 mq. finanziano questo tipo di servizio e in che misura. Bisogna verificare quanto valgono questi 8.000 mq. da una stima sembrerebbe che 580 bikes richiederebbero un investimento di 2 milioni e mezzo di euro.»

Allo stesso riguardo il consigliere Enrico Stefano ha affermato che «occorre verificare a quante postazioni di bici corrispondano 8.000 mq. di pubblicità» e che «approssimativamente e rispetto ad altre città italiane il numero di stazioni previsto coincide» per cui «bisogna confrontarsi sul modello di finanziamento e fare approfondimenti» dal momento che «il tema è urgente anche per trovare soluzioni alternative di spostamento dei cittadini».

Gli ha fatto seguito l’Assessore allo sviluppo economico, Turismo e Lavoro Adriano Meloni per affermare che «si vuole promuovere il Bike Sharing» dal momento che «la pubblicità consente di dare una prospettiva al Bike Sharing» per cui «occorre capire quanto valgono questi 8.000 mq. e quanto costa la manutenzione».

Nello spirito di totale collaborazione che c’è stata con la precedente amministrazione e che vorrebbero che continuasse in modo produttivo anche con l’attuale, le associazioni VAS e Basta Cartelloni hanno trasmesso la Nota VAS prot. n. 22 del 3 febbraio 2017, allegandovi la seguente memoria sui costi di realizzazione di un servizio di Bike Sharing.

 

 

STIMA DEI COSTI DI REALIZZAZIONE

DI UN SERVIZIO DI BIKE SHARING

DI CIRCA 350 CICLOSTAZIONI

COSTI DI INVESTIMENTO DELLE POSTAZIONI

Come risulta dal verbale della seduta della Commissione Commercio del 9 novembre 2016, con riferimento al servizio di Bike Sharing il capo staff dell’Assessore alle Attività Produttive, dott. Leonardo Costanzo, ha fatto sapere che «si è fatta un’analisi su 80 ciclo-stazioni per 580 bikes» e che «da una stima sembrerebbe che 580 bikes richiederebbero un investimento di 2 milioni e mezzo di euro.»

Un risposta al riguardo può essere data prendendo a riferimento e confronto la deliberazione n. 284 del 3 agosto 2011 con cui la Giunta Capitolina ha deciso di affidare alla società “Roma Servizi per la Mobilità” il servizio di gestione e sviluppo di un servizio di Bike Sharing nel centro storico di Roma tramite gara ad evidenza pubblica.

La suddetta deliberazione prevedeva:

– il rinnovo delle n. 29 postazioni esistenti;

– la realizzazione delle n. 36 postazioni, già concordate con la Soprintendenza ai Beni Architettonici di Roma, da realizzare nei Municipi I e XVII del Comune (Centro storico, Monti, Trastevere, Prati);

– la progettazione e realizzazione di ulteriori 5 postazioni al fine di completare il sistema costituito da 70 postazioni, 1000 colonnine ed un parco di 850 biciclette;

– la gestione e manutenzione dell’intero sistema di Bike Sharing;

– la gestione di 1500 mq di pannelli pubblicitari della misura di 120 cm x 180 cm., ora introdotta nel nuovo Regolamento di Pubblicità e nel PRIP come uno dei due “impianti speciali” (l’altro formato è quello da mt. 3,20 x 2,40).

Dal progetto presentato da “Roma Servizi per la Mobilità” S.r.l., relativamente ai servizi di investimento per la realizzazione delle n. 70 postazioni sono emersi i seguenti costi di investimento e di gestione.

È di tutta evidenza che per avere una stima dei costi di realizzazione e di manutenzione più vicina alla realtà basta fare le dovute proporzioni sul servizio di Bike Sharing che ora si dovrebbe realizzare con il corrispettivo di 8.000 mq. di superficie pubblicitaria.

Il progetto del servizio di Bike Sharing prevedeva che ogni postazione fosse costituita da 21 colonnine.

A questo riguardo c’è da prendere in considerazione che per un servizio di Bike Sharing finalizzato a consentire al cittadino di recarsi al lavoro in bicicletta occorre pianificare la postazioni soprattutto in corrispondenza delle principali fermate di autobus e metro, per cui sarebbe opportuno ipotizzare stazioni simili al seguente modello.

 

Il progetto prevedeva altresì che la realizzazione di ogni postazione fosse comprensiva di fornitura, installazione, allaccio, hardware e Software, biciclette.

A quest’ultimo riguardo c’è da considerare che quel progetto non prevedeva nella dotazione delle biciclette anche quelle elettriche (biciclette a pedalata assistita), per cui la stima del costo di investimento – oltre ad essere rapportata ai prezzi di oggi – dovrà comprendere anche un numero congruo di biciclette a pedalata assistita. 

Il progetto della S.r.l. ““Roma Servizi per la Mobilità” stimava in 30.000,00 € (+ IVA) il costo di realizzazione di una postazione, comprensiva come detto di fornitura, installazione, allaccio, hardware e Software, biciclette.

Ne deriva che si tratta di un riferimento base che basta aggiornare ai costi di oggi, comprendendovi la bicicletta a pedalata assistita, per prenderlo poi come parametro da moltiplicare in proporzione al numero complessivo voluto di ciclostazioni di cui l’Amministrazione Capitolina vorrà dotare il servizio di Bike Sharing. 

Va fatto presente per inciso che la S.r.l. “Roma Servizi per la Mobilità” ha indetto poi il bando n. 5-2011, che è stato pubblicato il 21 novembre 2011: prevedeva però la progettazione e realizzazione di 80 ciclostazioni per un numero complessivo di 850 biciclette, che non altera i relativi costi di investimento e manutenzione, eseguiti in proporzione, perché fatti sempre in base ai costi base di 30.000,00 €.

COSTI DI GESTIONE E MANUTENZIONE

DELL’INTERO SISTEMA DI BIKE SHARING 

Come risulta dal verbale della seduta della Commissione Commercio del 9 novembre 2016, l’Assessore allo sviluppo economico, Turismo e Lavoro Adriano Meloni ha detto che «occorre capire quanto costa la manutenzione».

La risposta è sempre nel progetto del servizio di Bike Sharing dal momento che prevedeva anche che i costi di gestione e manutenzione dell’intero sistema di Bike Sharing comportavano una spesa di 2.000,00 € all’anno per ogni colonnina, ma per un totale di 850 biciclette distribuite nelle 70 postazioni, per cui il costo annuo per la gestione e manutenzione di 850 biciclette era di 1.700.000,00 € l’anno (+ IVA).

Anche qui si tratta di un riferimento base che basta aggiornare ai costi di oggi, comprendendovi la gestione e manutenzione anche della bicicletta a pedalata assistita, per prenderlo poi come parametro da moltiplicare in proporzione al numero complessivo voluto di biciclette di cui l’Amministrazione Capitolina vorrà dotare l’intero servizio di Bike Sharing. 

Nel computo in proporzione dei costi di gestione e manutenzione c’è da tener conto della distribuzione delle postazioni in tutto il territorio di Roma e non più all’interno soltanto del centro storico. 

COSTI DOVUTI PER IL CANONE INIZIATIVE PUBBLICITARIE (CIP)

Nel corso della seduta della Commissione Commercio del 9 novembre 2017 l’Avv. Giuseppe Scavuzzo della associazione di categoria Imprese Romane Pubblicitarie Associate (I.R.P.A.) ha sostenuto che il Comune incasserà di meno perché non verrà fatto pagare il Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) per nessuno degli impianti speciali riservati al servizio di Bike Sharing.

Come già detto la S.r.l. “Roma Servizi per la Mobilità” ha indetto poi il bando n. 5/2011.

Sul testo del bando sono stati chiesti diversi chiarimenti a cui ha puntualmente risposto la S.r.l. “Roma Servizi per la Mobilità”: aiutano anch’essi a dare una risposta sulla stima complessiva dei costi.

Con la risposta al quesito n. 4 relativo al pagamento degli oneri tributari è stato specificato che «l’aggiudicatario dovrà corrispondere il Canone CIP a tariffa piena»: questo precedente dovrebbe rispondere a quelle ditte pubblicitarie che a più riprese hanno sostenuto che chi vincerà il bando internazionale del Bike Sharing verrà esentato dal pagamento del CIP.

Ne deriva in termini di “metodo” che, se l’attuale amministrazione intendesse confermare l’obbligo di corrispondere il CIP, la stima complessiva dei costi deve tenere nel dovuto conto non solo il costo necessario per la realizzazione delle postazioni volute e per la loro gestione, ma anche il costo del CIP da pagare per il numero degli impianti pubblicitari concessi come corrispettivo. 

COMPENSAZIONE DEI COSTI DELL’INTERO SERVIZIO DI BIKE SHARING

CON IL CORRISPETTIVO IN SUPERFICIE PUBBLICITARIA

Come precedentemente evidenziato, chi vincerà il servizio di Bike Sharing dovrà affrontare le seguenti tre spese: 

1 – costi di investimento per la realizzazione del numero di postazioni e/o stazioni previste nel bando (riferimento: costo base di 30.0000,00 € per ogni singola postazione); 

2 – costi di gestione e manutenzione del numero di biciclette previste nel bando (riferimento: costo base di 1.700.000,00 euro l’anno per 850 biciclette)

3 – costi del Canone Iniziative Pubblicitarie (C.I.P.) per ognuno degli impianti speciali concessi come corrispettivo. 

Appare evidente che il corrispettivo degli 8.000 mq. di superficie pubblicitaria dovrà dare dei ricavi tali non solo da compensare tutti e tre i suddetti costi, ma anche e soprattutto da consentire un opportuno guadagno. 

A tal riguardo, come risulta dal verbale della seduta della Commissione Commercio del 9 novembre 2016, il capo staff dell’Assessore alle Attività Produttive, dott. Leonardo Costanzo, ha detto che «il nodo è quello del bike sharing che prevedeva un’allocazione di 8.000 mq., i più prestigiosi, per finanziare un certo numero di ciclo-stazioni» per cui «bisogna capire se 8.000 mq. finanziano questo tipo di servizio e in che misura.»

Allo stesso riguardo il Presidente della Commissione mobilità Enrico Stefano ha affermato che «occorre verificare a quante postazioni di bici corrispondano 8.000 mq. di pubblicità»: gli ha fatto seguito l’Assessore allo sviluppo economico, Turismo e Lavoro Adriano Meloni per ribadire che «occorre capire quanto valgono questi 8.000 mq.».

La risposta si può trovare sempre nel bando del 2011 sul cui testo sono stati chiesti diversi chiarimenti a cui ha puntualmente risposto la S.r.l. “Roma Servizi per la Mobilità.

A tal ultimo riguardo con la risposta al quesito n. 7 relativo al numero complessivo degli impianti e soprattutto a «come verranno autorizzati i 1.500 mq. di impianti posto che la Delibera 254/95 e successive modifiche, la Delibera 37/2009 (Regolamento Comunale) non consente all’Amministrazione il rilascio di nuove autorizzazioni fino alla redazione del Piano Regolatore per Impianti Pubblicitari» è stato chiarito che «i 1.500 mq. vanno considerati per superficie esposta», per cui si avrebbero 347 impianti bifacciali di mt. 1,20 x 1,80, «autorizzati con un’unica Determinazione Dirigenziale definitiva e contestuale».

Per un calcolo del numero di impianti pubblicitari corrispondenti ad una superficie espositiva da concedere come corrispettivo in impianti speciali, originariamente destinati per 8000 mq. al Bike Sharing e per ulteriori 5.000 mq. ad elementi di arredo urbano, c’è da tener presente anzitutto che i complessivi 13.000 mq. si sono ridotti a 11.360 mq. (circa l’11,6 % in meno, con quindi in proporzione 7.060 mq. circa da destinare al Bike Sharing e 4.300 mq. circa da destinare ad elementi di arredo urbano) e che le ubicazioni previste dai Piani di Localizzazione per gli impianti speciali sono in tutto 1.341, ma con il 35% di esse (pari a 469 impianti) da riservare a servizi igienici. 

Ne deriva che al servizio di Bike Sharing sarebbero riservate in tutto 872 ubicazioni circa, corrispondenti ad appena il 6% circa del totale di 14.391 impianti pubblicitari dislocati in tutta la città. 

Ne deriva altresì che dovrà essere caso mai pagato il C.I.P. quanto meno sul numero equivalente di impianti installati nelle stesse ubicazioni individuate dai Piani di Localizzazione che si deciderà di riservare al servizio di Bike Sharing, destinando le rimanenti 469 ubicazioni ad impianti pubblicitari da concedere come corrispettivo per avere in cambio elementi di arredo urbano: dal momento che nei Piani di Localizzazione non c’è distinzione nelle ubicazioni destinate ad impianti speciali, la selezione delle suddette quote dovrà essere operata nei rispettivi bandi. 

Per «verificare a quante postazioni di bici corrispondano 8.000 mq. di pubblicità», come fatto presente dal cons. Enrico Stefano, basterebbe fare ora la dovuta proporzione con le 80 postazioni da realizzare con un corrispettivo di 1.500 mq., che se quintuplicati arriverebbero a 7.500 mq. per ben 400 ciclostazioni ed un numero di 4.250 biciclette.

Se per un migliore riscontro si fanno le stesse proporzioni partendo dai 347 impianti pubblicitari bifacciali di mt. 1,20 x 1,80, previsti nel bando del 2011 concedendo come corrispettivo una superficie di 1.500 mq., si arriverebbe alla conclusione che il quintuplo del numero degli impianti pubblicitari diventerebbe di 1.735 impianti bifacciali tutti da mt. 1,20 x 1,80, apparentemente ben superiore alle 872 ubicazioni individuate invece nei Piani di Localizzazione: la sproporzione si spiega con il fatto che le ubicazioni individuate nei Piani di Localizzazione non riguardano solo impianti speciali da mt. 1,20 x 1,80 (pari a 2,16 mq. per facciata), ma anche impianti speciali da mt. 3,20 x 2,40 (pari a 7, 68 mq. per facciata, quindi grandi di più di tre volte il formato minore).

Ne deriva che sono più o meno giuste le 872 ubicazioni individuate dai Piani di Localizzazione e destinate al Bike Sharing, che quantificano come corrispettivo una superficie espositiva di 7.060 mq. circa, di poco inferiore alle 400 ciclostazioni che verrebbero fuori con 7.500 mq. di superficie espositiva pubblicitaria: si arriva alla conclusione che i 7.060 mq. circa previsti dai Piani di Localizzazione costituiscono più o meno il giusto corrispettivo in cambio della realizzazione delle 350 ciclostazioni previste a regime dal Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), a cui rimandano espressamente i criteri dettati per la redazione dei Piani di Localizzazione. 

Partendo dal presupposto che ogni futura postazione e/o stazione avrà le stesse 12 biciclette previste nel 2011, per 350 ciclostazioni si avranno in tutto 4.500 biciclette.  

Per sapere con una buona approssimazione se i suddetti 7.060 mq. di superficie pubblicitaria complessiva consentono di avere un ricavo tale da garantire un servizio complessivo di Bike Sharing di 350 postazioni e/o stazioni e di 4.500 biciclette, occorre stabilire quanto valgono proprio i 7.060 mq. concessi come corrispettivo. 

La risposta sta nella rendita economica di posizione che deve essere assicurata ad ogni impianto speciale di pubblica utilità destinato al Bike Sharing, che è stata peraltro implicitamente prescritta come criterio per la redazione dei Piani di Localizzazione, in base al quale ogni impianto «dovrà essere dimensionato ed ubicato sul territorio in termini di sostenibilità economica del servizio».

Da un attento ed approfondito esame di tutti e 15 i Piani di Localizzazione è risultato che non è stata del tutto assicurata la «sostenibilità economica del servizio» e c’è conseguentemente il forte rischio che vada deserto il bando di gara internazionale: questa constatazione ha portato le scriventi associazioni a presentare ad ognuno dei 15 Piani di Localizzazione osservazioni, proposte ed istanze, su cui la Giunta Capitolina dovrà prima o poi approvare le sue controdeduzioni.

Per rendere meglio il concetto sul piano del “metodo” è anche qui utile il confronto con quanto è successo poi riguardo al bando indetto dal Comune nel 2011, di cui è bene tenere comunque conto per evitare analoghi attacchi per il futuro.

Per l’annullamento previa sospensione dell’efficacia del bando, del Capitolato d’Appalto e del Contratto sono stati proposti due distinti ricorsi presso il TAR del Lazio che ha rigettato le relative istanze di sospensione: da voci raccolte a livello informale, ma non ufficialmente confermate, a presentare separatamente i 2 ricorsi sarebbero state la spagnola S.r.l. “CEMUSA” e la S.r.l. “PUBBLIEMME PUBBLICITÀ”.

Il 30 gennaio 2012 la S.r.l. “S.C.I.” ha presentato il ricorso n. 668 al TAR del Lazio per l’annullamento previa sospensione dell’efficacia del bando, del Capitolato d’Appalto e del Contratto.

Con Ordinanza Cautelare n. 609 del 16 febbraio 2012 la Sezione Seconda Ter del TAR del Lazio ha «tenuto conto della rilevanza che la questione ha progressivamente assunto proprio con riferimento al crescere del relativo contenzioso» ed ha ritenuto «che sia più opportuno sospendere l’esecutività dei provvedimenti impugnati ai soli fini della pronta trattazione dei ricorsi tutti interessati», fissando «per la trattazione di merito del ricorso l’udienza pubblica del 16.5.2012».

La “Agenzia Roma Servizi per la Mobilità” ha impugnato l’Ordinanza n. 609/2012 del TAR del Lazio con il ricorso n. 2217/2012 alla Sezione Quinta del Consiglio di Stato, che ha però respinto l’appello perché ha «ritenuto che l’imminente definizione del giudizio di merito in primo grado consente di escludere la sussistenza del pregiudizio denunciato dall’appellante».

Con Sentenza del TAR n. 5221 dell’8 giugno 2012 la Sezione Seconda Ter ha accolto la censura riguardante i 1.500 mq. che senza una loro precisa ubicazione sul territorio non consentono all’imprenditore, operatore del settore, di effettuare un calcolo di convenienza tecnica ed economica ai fini della formulazione di un’accorta domanda di partecipazione alla gara.

Ha motivato l’accoglimento nel modo seguente: «Tanto premesso dal punto di vista degli impianti pubblicitari, si ritiene che possa fondatamente sostenersi che l’oggetto del contratto sia indeterminato, e tale da ingenerare dubbi in ordine alle caratteristiche degli impianti di cui trattasi, attesa la mancata esatta localizzazione degli impianti da effettuarsi, comunque, in un ambito territoriale abbastanza esteso, attesa la perimetrazione della Città Storica nel Nuovo P.R.G. del 2008 e considerato che la diversa localizzazione di un impianto ha indubbiamente riflessi essenziali relativamente all’entità dello sfruttamento economico che può farsene plausibilmente derivare. In sostanza l’amministrazione non ha ottemperato all’onere di procedere all’esatta individuazione delle postazioni di installazione degli impianti pubblicitari di cui trattasi all’interno, comunque, del perimetro urbanistico della Città Storica, atteso che, soltanto procedendo in detta direzione, avrebbe consentito all’operatore economico di avere piena contezza degli effettivi probabili introiti conseguenti al detto sfruttamento economico».

Tornando ad oggi, benché i Piani di Localizzazione abbiano ubicato sul territorio tutti gli 11.360 mq. di impianti speciali, per gli operatori economici non c’è ancora una «piena contezza degli effettivi probabili introiti conseguenti al detto sfruttamento economico», anche per gli altri circuiti, che assicuri appetibilità sia al futuro bando di gara per il Bike Sharing che agli altri bandi di gara per gli impianti SPQR e per gli impianti privati su suolo pubblico. 

Al riguardo sarebbe pertanto più che opportuno che l’Assessore allo sviluppo economico, Turismo e Lavoro Adriano Meloni ed il suo capo staff Leonardo Costanzo prestino una particolare attenzione alle osservazioni, proposte e istanze che le associazioni VAS e Basta Cartelloni hanno presentato ad ognuno dei Piani di Localizzazione, per operare in modo più compiuto e motivato le controdeduzioni che dovrà approvare la Giunta Capitolina, assicurando la sostenibilità economica non solo del servizio di Bike Sharing, ma anche di tutti gli altri circuiti.

REQUISITI DI PARTECIPAZIONE AL BANDO DEL BIKE SHARING

Anche qui torna utile la sentenza del TAR n. 5221 del’8 giugno 2012.

La Sezione Seconda Ter ha rigettato la censura della SCI che lamentava i requisiti richiesti di capacità economica e finanziaria (un fatturato globale non inferiore a 40.000.000 euro ed un fatturato da commercializzazione di spazi pubblicitari non inferiore ad euro 20.000.000 euro conseguito nel triennio antecedente), motivando la decisione nel modo seguente: «per giurisprudenza che può oramai dirsi consolidata al riguardo, peraltro, appartiene alla discrezionalità della stazione appaltante fissare i requisiti di partecipazione alla singola gara, anche superiori rispetto a quelli previsti dalla legge essendo coessenziale il potere-dovere di apprestare (attraverso la specifica individuazione dei requisiti di ammissione e di partecipazione ad una gara) gli strumenti e le misure più adeguati, congrui, efficienti ed efficaci ai fini del corretto ed effettivo perseguimento dell’interesse pubblico concreto, oggetto dell’appalto da affidare».

La Seconda Sezione Ter ha rigettato anche la censura riguardante i requisiti richiesti di capacità tecnica che richiama l’articolo 42 del D. Lgs. n. 163 del 2006 (riguardante la “Capacità tecnica e professionale dei fornitori e dei prestatori di servizi”) «in applicazione della norma richiamata la scelta al riguardo costituisce espressione della discrezionalità di cui l’amministrazione gode nell’indicare i requisiti di capacità tecnica professionale delle ditte partecipanti alla procedura di gara, purché ciò avvenga entro i limiti della logicità e della proporzionalità e sempre che questi non rappresentino un evidente limitazione alla partecipazione alla gara

È di tutta evidenza quindi che il testo del futuro bando di gara per il servizio di Bike Sharing potrà benissimo richiedere gli stessi requisiti di capacità tecnica e di capacità economica e finanziaria.

 

 Dott. Arch. Rodolfo Bosi

 

 

 

 

 

 

Roma, 3 febbraio 2017

 

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