In Europa gli eventi marini estremi che si verificano ogni 100 anni avverranno ogni anno

 

Lo studio “Extreme sea levels on the rise along Europe’s coasts”, pubblicato su Earth’s Future, il giornale dell’American geophysical union, da un team di ricercatori del Joint european research centre (Jrc) di cui fa parte anche l’italiano Lorenzo Mentaschi, è uno di quelli che dovrebbe preoccupare molto governi, amministratori locali e pianificatori urbanistici.

Infatti, secondo gli scienziati del Jrc di Ispra, se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare,  le grandi inondazioni del nord Europa, che attualmente si verificano una volta ogni 100 anni, potrebbero diventare eventi annuali.

Le nuove proiezioni del team Jrc  tengono conto delle variazioni del livello del mare, delle maree, delle onde e tempeste nel XXI secolo e hanno scoperto che il riscaldamento globale potrebbe portare entro il 2100 ad aumenti del livello del mare estremi in diverse aree costiere del pianeta e ad aumenti significativi lungo le coste europee.

I livelli estremi del mare sono i livelli massimi che si verificano durante una violenta tempesta e che producono gravi inondazioni.

Lo studio evidenzia che «l’aumento della frequenza di questi eventi, che sono oggi considerati eccezionali,  probabilmente spingerà le strutture di protezione delle coste esistenti oltre i loro limiti progettuali, lasciando gran parte delle zone costiere europee esposte a inondazioni».

Il principale autore dello studio, l’oceanografo costiero Michalis Vousdoukas, avverte: «Se non prendiamo misure di protezione differenti, 5 milioni di persone saranno esposte a inondazioni costiere su base annua.  

Il Nord Europa vedrà il più forte aumento del livello estremo dei mari.  

Le aree lungo il Mediterraneo e il Mar Nero potrebbero vedere più volte l’anno questi eventi centennali di livello estremo del mare.  

Secondo l’ipotesi peggiore, nella regione del Mare del Nord, il livelli estremi dei mari potrebbero aumentare di quasi 1 metro.  

Le coste atlantiche del Regno Unito e dell’Irlanda potranno vedere aumenti simili dei livelli estremi dei  mari estremi, mentre livelli più bassi, ma ancora con un notevole aumento dei livelli estremi di mari vengono previsti per i mari norvegesi e del Baltico.  

Queste scoperte scientifiche sono essenziali  per determinare le politiche future e le strategie di adattamento».

La nuova ricerca prende in considerazione tutti le componenti che possono influenzare il livello estremo dei mari come saranno influenzate dai cambiamenti climatici. 

I ricercatori hanno utilizzato queste informazioni per prevedere i cambiamenti estremi del livello del mare entro il 2100 secondo i diversi scenari delle emissioni di gas serra e dicono che «utilizzare tutti questi componenti offre una proiezione più accurata di come i livelli estremi dei mari cambieranno entro questo secolo».

Nello scenario più estremo, nel quale le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare nel corso di questo secolo, i livelli estremi dei mari lungo le coste europee potrebbero aumentare in media di 81 centimetri entro il 2100.

Questo significa che i 5 milioni di europei che sono attualmente minacciati da eventi marini estremi che su i verificano una volta ogni 100 anni, potrebbero ritrovarsi ad affrontare lo stesso rischio ogni anno.

Anche con lo scenario più moderato, nel quale il picco delle emissioni di gas serra vene raggiunto nel 2040, i livelli estremi del mare potrebbero aumentare in media di 57 centimetri entro la fine del secolo, con eventi estremi che si verificheranno a pochi anni l’uno dall’altro.

Le variazioni di uno di queste  componenti, il flusso di energia del moto ondoso, è analizzato da un nuovo studio, “Global changes of extreme coastal wave energy fluxes triggered by intensified teleconnection patterns” pubblicato su Geophysical Research Letters, secondo il quale, se le emissioni di gas serra continueranno ad aumentare, entro la fine del secolo l’energia delle onde ch si abbattono sulla costa cambierà in modo significativo in tutto il mondo.

Mentaschi, che è il principale autore di questo studio dell’Jrc al quale ha partecipato anche Alessandro Dosio, spiega che entro il 2100, nel sud del mondo, le onde estreme potrebbero scaricare fino al 30% in più di energia, questo significa che le mareggiate più forti diventeranno più frequenti e che avranno un impatto maggiore sulla costa.

Lo studio attribuisce le variazioni dell’energia delle onde all’intensificazione dei modelli climatici, come l’Antarctic Oscillation, El-Niño Southern Oscillation e la North Atlantic Oscillation.

https://www.youtube.com/watch?v=JAm-A1IBQoc

 

 

(Articolo pubblicato con questo titolo il 17 marzo 2017 sul sito online “greenreport.it”)

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