La formula usata per la sentenza sulla Trans Adriatic Pipeline (Tap) non sembrerebbe lasciare dubbi: «Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale (sezione quarta) definitivamente pronunciando sui riuniti appelli, come in epigrafe proposti, li respinge», quindi i ricorsi presentati dal Comune di Melendugno e della Regione Puglia contro il ministero dell’ambiente sono respinti e il gasdotto che dovrebbe collegare l’Azerbaigian all’Europa, passando da Grecia e Albania, attraversando il Mare Adriatico e approdando in Puglia, si può fare. Ma a quanto pare bisogna ancora capire come. Infatti, il Comitato NO Tap avverte che «la sentenza del Consiglio di Stato non ha nulla a che fare con la situazione di stallo di questi giorni. Questa sentenza è lo strascico dei ricorsi al Tar del 2014 e nulla c’entra con la situazione attuale». La pensa così anche il sindaco di Melendugno, Marco Poti, uno dei leader della protesta anti-Tap, che su Facebook scrive: «Arrivata questa sera una sentenza del Consiglio di Stato sul gasdotto Tap. Incredibilmente colpito per l’efficienza e la velocità dell’organismo di giustizia amministrativa (a soli 18 giorni dalla discussione!), ritengo con certezza che essa non influenza la situazione di blocco dell’espianto e spostamento dei (primi) 211 ulivi di San Foca. Riguarda vecchie questioni, su cui peraltro riteniamo siano state commesse molte forzature. Tap ha presentato un (nuovo) progetto esecutivo del macrotunnel sotto la campagna, la pineta, la duna, la spiaggia ed il mare di San Basilio, che è in istruttoria per verificare se deve essere sottoposta a nuova verifica di impatto ambientale. Gli ulivi possono continuare a restare nella terra dove sono cresciuti, fino a quando non si chiarirà se questo incredibile macrotunnel può essere realizzato o no!» Ma intanto arrivava la notizia che la polizia ha bloccato l’accesso al presidio a San Basilio, a San Foca, in atto […]