In consiglio comunale zero provvedimenti. E la questione cartelloni aspetta!

 

C’è una delibera che aspetta di essere calendarizzata in Assemblea Capitolina da molto tempo. In apparenza una delibera minore e “tecnica” e invece, di fondamentale importanza.

Si tratta della numero 27/2016 che deve riaprire i termini per la raccolta dei pareri sui Piani di Localizzazione del Prip, il piano regolatore degli impianti pubblicitari approvato nella scorsa legislatura e quasi dimenticato dalla giunta 5stelle.

I nostri lettori sanno quante energie abbiamo speso per la riforma dell’intero settore e se l’obiettivo è stato in parte raggiunto è anche merito di un gruppo di testardi cittadini che da anni combattono per una città più decorosa.

L’architetto Bosi, responsabile del circolo romano di Vas (Verdi, Ambiente e Società) è forse colui che ci ha messo più impegno.

Racconta la sua vicenda personale – e dunque in parallelo la lunga battaglia iniziata nel 1999 che portò nell’estate del 2014 all’approvazione del Piano Regolatore – in questo articolo pubblicato sul periodico dell’associazione.

Tante volte, chi è stato protagonista di una battaglia dimentica il tempo speso, l’energia consumata, l’attenzione dedicata per portarla avanti.

A rileggere l’articolo dell’arch. Bosi tornano alla mente tanti passaggi, tante amarezze ma anche alcune soddisfazioni.

Oggi, però, passi avanti non se ne fanno più. Alcuni cittadini convinti di aver raggiunto l’obiettivo grazie all’approvazione del Piano Regolatore hanno abbandonato il campo.

Altri continuano ad impegnarsi. Ma il vero blocco, la vera delusione sta tutta nell’amministrazione 5stelle.

Quei 4 consiglieri comunali che fino al 2015 sono stati all’opposizione e che votarono a favore della riforma oggi sono il Sindaco di Roma, il presidente dell’Assemblea Capitolina, l’assessore allo Sport e il presidente della Commissione Mobilità.

Insomma oggi sono i maggiori esponenti dell’attuale amministrazione, ma quella riforma l’hanno dimenticata.

Calendarizzare la delibera di cui parlavamo all’inizio vorrebbe dire compiere un ulteriore, piccolo passo avanti. E invece niente!

Se l’aula fosse oberata di lavoro si potrebbe anche capire e giustificare il ritardo, ma purtroppo non è così.

Da luglio 2016 in aula non è stata  portata neanche una delibera di riforma.

Non un progetto, un’azione innovatrice, un atto serio di governo.

Il vuoto più assoluto.

Il Messaggero ha ricostruito il lavoro dell’assemblea di Giulio Cesare con dati e numeri e c’è da piangere.

Nell’anno in corso l’unica iniziativa degna di nota è stata l’istituzione della Consulta per la sicurezza stradale.

Per il resto, i consiglieri capitolini hanno approvato solo il bilancio.

Stop!

Dal luglio 2016 ad oggi, l’aula ha dato il via libera a 158 provvedimenti: 97 di questi però erano propedeutici al bilancio, 32 erano necessari per lavori di somma urgenza e altri 3 relativi a ordinaria amministrazione per lo Zoo e le municipalizzate.

Non una delibera ha riguardato le reali emergenze cittadine: il commercio ambulante, il decoro, i trasporti e appunto la riforma della pubblicità.

Una amministrazione ferma come mai si era visto nella storia della Roma moderna. Un contrasto stridente con quel presunto spirito innovatore e riformista che i 5stelle sbandieravano in campagna elettorale.

Eppure la delibera 27/2016 sarebbe un piccolo passo per portare a Roma il bike sharing (fortemente legato alla questione cartelloni), per ridare ossigeno alle casse comunali (la riforma porterebbe dai 10 ai 20 milioni in più l’anno), per rafforzare quelle ditte che hanno lavorato onestamente (alle quali è stata riservata una quota di impianti.

E invece niente.

Non si procede se non per slogan.

Annunciare in pompa magna che vengono riasfaltate le strade non è un merito, è una grave sconfitta per un Sindaco.

C’è da sperare che Virginia Raggi lo capisca in fretta.

 

(Articolo di Filippo Guardascione, pubblicato con questo titolo il 31 marzo 2017 sul sito “Diario Romano”)

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