“Non è più possibile rinviare l’approvazione della norma per la messa al bando delle microplastiche nei cosmetici“, approvata dalla Camera da oltre un anno e ferma al Senato, dove ci si augura venga licenziata in sede deliberante. Questo l’appello rivolto al presidente del Senato Pietro Grasso e alle commissioni Ambiente e Industria di Palazzo Madama per approvare definitivamente il ddl prima della fine della Legislatura; la spinta all’approvazione del provvedimento – che per diventare legge dovrà comunque ritornare alla Camera, poiché modificato – arriva dalle associazioni ambientaliste (tra cui Legambiente, Marevivo, Wwf, Greenpeace, Lipu, Medsharks) ed è stato ribadito oggi nel corso di una conferenza stampa al Senato. Le associazioni, insieme con personalità del mondo della ricerca e dell’università e dello spettacolo, hanno lanciato il claim ‘#faidafiltro’: cioè fare in modo che a fermare le microplastiche, che poi finiscono in mare, sia l’uomo con la ”forza” della legge, e quindi mettendole al bando. Si stima che ogni anno finiscano in mare e negli oceani 8 milioni di tonnellate di plastica; i rischi – viene spiegato – sono ambientali, economici (dai 476,8 milioni per l’Europa agli 8 miliardi di euro all’anno a livello globale), sanitari, oltre che di approvvigionamento degli stock ittici. L’appello ‘#faidafiltro’, lanciato dalle associazioni ambientaliste, è stato già sottoscritto da alcune personalità del mondo della ricerca scientifica, dello spettacolo, dello sport, tra cui Piero Angela, Giovanni Soldini, Luca Mercalli, Andrea Camilleri. Principali ‘indagati’ di questa messa al bando sono saponi, creme, gel, dentifrici, che contengono al proprio interno frammenti o sfere di plastica di dimensione inferiori a 5 millimetri. Queste microplastiche non vengono trattenute dai sistemi di depurazione finendo direttamente in mare. Per quanto sia solo una delle fonti di inquinamento da ‘rifiuti a mare’, secondo una ricerca di Eunomia, ”le microplastiche contenute nei cosmetici rappresentano una […]