Archivi Giornalieri: 17 Novembre 2017
“Dovremmo evitare di cadere in questi quattro atteggiamenti perversi, che certo non aiutano alla ricerca onesta e al dialogo sincero e produttivo sulla costruzione del futuro del nostro pianeta: negazione, indifferenza, rassegnazione e fiducia in soluzioni inadeguate“. Così papa Francesco nel messaggio inviato a Frank Bainimarama, premier delle Fiji, presidente della 23/ma Sessione della Conferenza sulla Convenzione-Quadro dell’Onu sui Cambiamenti Climatici (COP-23), in corso a Bonn, letto nel corso dei lavori. “In questi giorni – afferma il Papa – siete riuniti a Bonn, per portare avanti un’altra fase importante dell’Accordo di Parigi: il processo di definizione e costruzione di linee guida, regole e meccanismi istituzionali affinché esso sia realmente efficace e in grado di contribuire al conseguimento degli obiettivi complessi che si propone. In un siffatto percorso è necessario mantenere alta la volontà di collaborazione“. In tale prospettiva, prosegue, “desidero ribadire il mio ‘invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati [per vari motivi che] vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche’ (cfr Enc. Laudato si’, 14)“. Francesco ricorda che “lo storico accordo di Parigi” sul clima “indica un chiaro percorso di transizione verso un modello di sviluppo economico a basso o nullo consumo di carbonio, incoraggiando alla solidarietà e facendo leva sui forti legami esistenti tra la lotta al cambiamento climatico e quella alla povertà. Tale transizione viene poi ulteriormente sollecitata dall’urgenza climatica che richiede maggiore impegno da parte dei Paesi, alcuni dei quali dovranno cercare di assumere il ruolo di […]
Il biossido di azoto (NO2) è un gas con effetti cancerogeni che viene sprigionato in gran quantità dai veicoli diesel, risultando responsabile in Italia – secondo gli ultimi dati comunicati dall’Agenzia europea dell’ambiente – di oltre 17mila morti premature l’anno. Un record negativo in Europa quello italiano, all’interno del quale spicca tristemente quello della Capitale: «Roma – spiega oggi Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e clima di Greenpeace – è risultata essere nel 2016 la città con i valori mediamente più alti di NO2. È responsabilità della sindaca Virginia Raggi, al pari dei primi cittadini di Torino, Milano, Palermo, prevedere politiche progressive di fermo per i veicoli più inquinanti, cominciando dai diesel; e costruire un nuovo sistema di mobilità, per arginare una crisi sanitaria enorme che colpisce soprattutto i bambini. Dopo mesi di richieste, finalmente anche l’amministrazione di Roma si è detta disposta a incontrarci». E per ricordare all’amministrazione capitolina l’urgenza del tema, Greenpeace e lo street artist Tvboy hanno affisso la notte scorsa – in alcuni luoghi simbolici di Roma – una serie di opere per denunciare l’inquinamento atmosferico e i danni sanitari che da questo derivano. Da Francesco Totti a Federico Fellini, passando per Pier Paolo Pasolini, Sofia Loren e Papa Francesco: personalità diverse quelle raffigurate, ma tutte intensamente legate a Roma. «Le opere della street art sono per definizione ‘outdoor’ – commenta afferma Salvatore, l’artista che opera dietro l’identità e il marchio di Tvboy – realizzate sui muri delle città ed esposte agli agenti atmosferici come agli inquinanti di cui l’aria di molti centri urbani è satura. Per questo ho pensato che fosse un progetto stimolante quello in cui ha voluto coinvolgermi Greenpeace». L’associazione ambientalista sta infatti chiedendo ai sindaci delle città maggiormente colpite dall’inquinamento di NO2 – Torino, Milano, Palermo e […]
“Non è più possibile rinviare l’approvazione della norma per la messa al bando delle microplastiche nei cosmetici“, approvata dalla Camera da oltre un anno e ferma al Senato, dove ci si augura venga licenziata in sede deliberante. Questo l’appello rivolto al presidente del Senato Pietro Grasso e alle commissioni Ambiente e Industria di Palazzo Madama per approvare definitivamente il ddl prima della fine della Legislatura; la spinta all’approvazione del provvedimento – che per diventare legge dovrà comunque ritornare alla Camera, poiché modificato – arriva dalle associazioni ambientaliste (tra cui Legambiente, Marevivo, Wwf, Greenpeace, Lipu, Medsharks) ed è stato ribadito oggi nel corso di una conferenza stampa al Senato. Le associazioni, insieme con personalità del mondo della ricerca e dell’università e dello spettacolo, hanno lanciato il claim ‘#faidafiltro’: cioè fare in modo che a fermare le microplastiche, che poi finiscono in mare, sia l’uomo con la ”forza” della legge, e quindi mettendole al bando. Si stima che ogni anno finiscano in mare e negli oceani 8 milioni di tonnellate di plastica; i rischi – viene spiegato – sono ambientali, economici (dai 476,8 milioni per l’Europa agli 8 miliardi di euro all’anno a livello globale), sanitari, oltre che di approvvigionamento degli stock ittici. L’appello ‘#faidafiltro’, lanciato dalle associazioni ambientaliste, è stato già sottoscritto da alcune personalità del mondo della ricerca scientifica, dello spettacolo, dello sport, tra cui Piero Angela, Giovanni Soldini, Luca Mercalli, Andrea Camilleri. Principali ‘indagati’ di questa messa al bando sono saponi, creme, gel, dentifrici, che contengono al proprio interno frammenti o sfere di plastica di dimensione inferiori a 5 millimetri. Queste microplastiche non vengono trattenute dai sistemi di depurazione finendo direttamente in mare. Per quanto sia solo una delle fonti di inquinamento da ‘rifiuti a mare’, secondo una ricerca di Eunomia, ”le microplastiche contenute nei cosmetici rappresentano una […]