Si è aperta oggi la VI edizione dell’Ecoforum sull’economia circolare, organizzato da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club a Roma: una delle città migliori d’Italia per capire quantomeno cosa non bisogna fare per garantire una gestione dei rifiuti basata sui principi di sostenibilità e prossimità. Dal 2017 la Capitale d’Italia ha iniziato «il proprio percorso verso rifiuti zero», riprendendo le parole della sindaca Raggi, e come risultato esporta ad oggi 1 milione di tonnellate di spazzatura l’anno prodotta dai propri cittadini, perché non ha sul territorio gli impianti industriali necessari a gestirla; secondo le stime Ama riportate da Legambiente, si tratta di circa il 44% dei rifiuti capitolini. Dall’esempio di Roma è possibile trarre una lezione: per intraprendere la strada dell’economia circolare più che di rifiuti zero dovremmo parlare di impianti mille, in assonanza col report presentato oggi da Legambiente. «Sbaglia chi pensa che l’opzione rifiuti zero in discarica corrisponda alla costruzione di zero impianti, quando in realtà se ne devono costruire mille nuovi», dichiara il presidente del Cigno verde, Stefano Ciafani. Perché la “visione bucolica” dell’economia circolare non regge più: è necessario prendere coscienza che perseguirla significa in primo luogo parlare di una maggiore industrializzazione, una maggiore presenza di impianti di gestione rifiuti nei nostri territori. E un approccio ampio all’intera filiera, dalla produzione al consumo finendo con la re-immissione sul mercato dei prodotti riciclati. Parlare solo in termini di raccolta differenziata, è evidente, non basta. «Il tema da affrontare è quello degli impianti finali di recupero e smaltimento oramai in fase di saturazione, che sta generando mercato per l’illegalità – argomenta Stefano Carnevali, ad di Unieco – Il no agli impianti fa un favore a quelle aziende che operano, a dir bene, in modo borderline. Il mercato del recupero e dello smaltimento non sono in competizione ma sono complementari, come mostra il settore delle bonifiche». Per capire che «la gestione dei rifiuti […]