I vecchi pozzi di carbonio nel suolo delle foreste boreali, che storicamente sono stati al sicuro dagli incendi, vengono “scoperchiati” da incendi boschivi sempre più frequenti e più grandi, a dirlo è lo studio “Increasing wildfires threaten historic carbon sink of boreal forest soils” pubblicato su Nature da un team di ricercatori statuinitensi e canadesi guidato dalla Northern Arizona University (NAU) e che comprendeva esperti e scienziati del governo dei Northwest Territories (NWT), di 4 università canadesi (Wilfrid Laurier, Laval, Saskatchewan e Guelph), dell’università dell’Alaska – Fairbanks e del Woods Hole Research Center (Whrc). Mentre il clima delle foreste boreali dei Northwest Territories del Canada diventa più caldo, più secco e incline a incendi più frequenti, la combustione di quello che i ricercatori chiamano “legacy carbon” – il carbonio che abbiamo ereditato ben stoccato nel grande nord – potrebbe modificare il ciclo globale del carbonio, dato che le foreste, che hanno agito da pozzi di carbonio per millenni, stanno diventano fonti di carbonio atmosferico. Il team di ricerca, ha scoperto che «il legacy carbon è rimasto protetto dalla combustione negli stands più vecchi dove persisteva l’intervallo storico di ritorno degli incendi. Ma negli stands di età inferiore ai 60 anni, il legacy carbon ereditato viene bruciato». Uno degli autori, Brendan Rogers, del Whrc, sottolinea che «definendo e analizzando il “legacy carbon”, questo studio fornisce un nuovo modo di pensare agli stock di carbonio a lungo stoccaggio nelle foreste boreali e alla loro vulnerabilità ad essere bruciati durante incendi sempre più frequenti e gravi. Questo strumento ci aiuta a capire quando la combustione sia “fuori dalla norma” da una prospettiva storica e come inizi a bruciare gli stock di carbonio sopravvissuti agli incendi. In secondo luogo, questo studio sottolinea ulteriormente perché gli incendi più frequenti nella foresta boreale siano negativi dal punto […]