Tempa Rossa, accordo sulle compensazioni di Total e Shell alla Regione Basilicata. Dubbi M5s: “Si chiarisca sulla sicurezza antisismica”

 

È cosa fatta l’accordo con Total per lo sfruttamento dei pozzi petroliferi che fanno capo al centro oli di Tempa Rossa, fra Corleto Perticara (Potenza) e Gorgoglione (Matera), anche se le prospettive future del territorio sono molto meno chiare per ConfindustriaConfapi e Pensiamo Basilicata che avrebbero preferito un maggiore confronto.

E mentre è stato proprio il presidente della Regione, Vito Bardi, ad annunciare le compensazioni che saranno garantite alla Basilicata, in relazione alla concessione ‘Tempa Rossa’, da parte di Total, Shell e Mitsui Italia, c’è chi chiede si faccia chiarezza su un’altra vicenda tutt’altro che risolta.

Il portavoce M5S in consiglio regionale Gianni Perrino ha infatti presentato un’interrogazione per avere delucidazioni sulla conformità antisismica dell’impianto.

Una richiesta che parte da quanto emerso nell’indagine sulla morte dell’ex generale Guido Conti che, congedato dalla Forestale e assunto dalla Total per occuparsi della sicurezza ambientale di Tempa Rossa, si dimise dopo soli 15 giorni dall’incarico per poi essere ritrovato senza vita, il 17 novembre 2017, nelle campagne in provincia de L’Aquila.

A luglio scorso, il gip di Sulmona ha ordinato nuove indagini.

La Procura aveva tempo fino al 30 novembre per formulare eventuali altre ipotesi rispetto a quella del suicidio ma, è in grado di anticipare ilfattoquotidiano.it, chiederà una proroga per ulteriori approfondimenti.

L’INCHIESTA SULLA MORTE DELL’EX GENERALE

Nel corso delle indagini, sono emerse anche le motivazioni che avrebbero spinto Conti a dimettersi dal suo nuovo incarico alla Total.

Al centro una discussione sulle misure da adottare per il consolidamento di un vecchio pozzo ereditato da Eni assieme al resto della concessione Tempa Rossa.

Secondo quanto segnalato dall’ex generale in caso di terremoto la struttura non avrebbe avuto una tenuta dinamica sufficiente.

A questo particolare fa riferimento Perrino nell’interrogazione rivolta alla giunta regionale della Basilicata, a cui chiede delucidazioni rispetto alle “misure di sicurezza antisismiche della tenuta dinamica, in caso di terremoto, di tutti pozzi petroliferi e degli impianti di Tempa Rossa” e se “sia stata espletata la valutazione della vulnerabilità sismica dell’impianto”, oltre che informazioni sulle circostanze che riguardano proprio le misure che Total avrebbe dovuto adottare per il consolidamento di questo vecchio pozzo ereditato da Eni, finito ora al centro dell’indagine della Procura.

Nel frattempo, però, a Tempa Rossa si potrà di nuovo estrarre petrolio, in base all’accordo appena concluso.

L’ACCORDO CON TOTAL

Un’intesa in base alla quale Total, Shell e Mitsui Italia dovrebbero garantire alla Basilicata, ogni quinquennio, 25 milioni di euro in investimenti per progetti di sviluppo sostenibile e altri 25 milioni per bandi regionali da finanziare al 50%, oltre a un contributo di 50 centesimi per ogni barile di greggio, aggiornato ogni anno secondo l’indice ‘Brent’, a cui si aggiunge un ulteriore contributo di 30 centesimi a barile.

L’accordo prevede anche la creazione di un tavolo di concertazione per massimizzare l’occupazione con progetti dei concessionari e bandi regionali, composto dall’Anci, dai sindacati, dalle associazioni degli imprenditori e ambientaliste e da un rappresentante della Consulta regionale studentesca.

Bardi ha poi spiegato che altri 3 milioni di euro andranno alla pianificazione di una rete di monitoraggio ambientale, e 1,5 milioni per i costi di esercizio di questa rete, per 20 anni.

Per lo sviluppo sostenibile sono previsti un milione di euro per i primi cinque anni di produzione, due milioni dal sesto al decimo, e 2,5 milioni dall’undicesimo al venticinquesimo anno.

La produzione di gas andrà per intero alla Basilicata, con una fornitura minima di 40 milioni di metri cubi l’anno, fino a raggiungere i 1.200 milioni di metri cubi.

IL CONFRONTO CHE MANCA

Un accordo dal quale Confindustria Basilicata, Pensiamo Basilicata, Confapi Matera e Confapi Potenza si sono sentiti esclusi.

Pur nella assoluta convinzione che il processo autorizzativo del nuovo Centro Olii di Tempa Rossa dovesse andare avanti senza ulteriori ritardi – hanno scritto – avevano specificamente richiesto, in maniera congiunta, di affrontare un argomento tanto importante e complesso, garantendo il necessario confronto nei tempi rapidi ma adeguati a tutti gli approfondimenti del caso”.

Richieste che però non sono state accolte “mortificando l’imprescindibile ruolo economico e sociale delle imprese e di chi le rappresenta”.

Immediata la risposta della Regione: “Purtroppo, una serie di impegni concomitanti hanno reso gli incontri, pure programmati, non sempre condivisi.

Ma questo non significa che è intenzione della giunta regionale escludere o, peggio, evitare il confronto con quanti lo vogliono realmente.

Di fatto, a breve, ci sarà un incontro tra il presidente Bardi e tutte le organizzazioni di categoria per dissipare dubbi e malumori”.

(Articolo di Luisiana Gaita, pubblicato con questo titolo il 29 novembre 2019 sul sito online “Ambiente & veleni” del quotidiano “Il Fatto Quotidiano”)

 

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