In soli tre mesi mesi la Regione Lazio ha autorizzato la realizzazione di otto impianti fotovoltaici a terra in provincia di Viterbo, per un totale di 686,33 ettari. Nello specifico, si tratta di pronunce favorevoli di Valutazione di impatto ambientale (Via), rilasciate nonostante le criticità sottolineate da Mibact, amministratori locali ed associazioni ambientaliste, preoccupati per il rischio di uno stravolgimento non solo ambientale di una zona storicamente a prevalenza agricola. Infatti, la Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma, la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale ha espresso parere negativo per gli otto progetti presentati, con l’eccezione di uno tra Tuscania ed Arlena. Gli impianti in questione sono i due a Tessennano: uno esteso su 26,88 ettari, in località Macchione, autorizzato il 3 luglio, l’altro di 58 ettari in località Riserva autorizzato l’8 luglio. Il 22 luglio si è aggiunto quello di 48,5 ettari a Montalto, in località La Viola. Il 24 luglio via libera ai pannelli su 68 ettari ancora a Montalto, ma in località Guinza Grande e su 40,3 ettari tra Tuscania e Arlena di Castro in località Le Mandrie. Gli ultimi tre impianti sono stati autorizzati nelle ultime settimane. Un campo fotovoltaico di 67,05 ettari a Montalto in località Galeotti Ponton, un impianto di 73,3 ettari nel comune di Viterbo, in località Rinaldone, e infine un campo fotovoltaico di 303 ettari in località Pian d’Arcione a Tarquinia, ancora più grande di quello che si voleva realizzare a Pian di Vico di Tuscania e che il Consiglio dei Ministri ha bloccato lo scorso giugno. “In assenza di specifici vincoli, il parere del Mibact è da considerarsi non vincolante. Inoltre non contiene l’indicazione di modifiche progettuali eventualmente necessarie per il superamento del dissenso”, sostengono però in Regione. Ma le criticità sono anche di altro tipo, come insistono diverse associazioni ambientaliste. Non può sottovalutarsi la circostanza che i pannelli vadano a posizionarsi su terreni dichiaratamente agricoli. Ma neppure il pericolo che i nuovi impianti modifichino profondamente territori che […]