L’inquinamento da mercurio ha raggiunto non solo il fiume Paglia, ma anche il Tevere in cui confluisce nei pressi di Orvieto. Siamo nell’area del Monte Amiata, tra la Maremma, la Val d’Orcia e la Val di Paglia e le province toscane di Grosseto e Siena, una volta terzo più grande distretto di mercurio del mondo. Tanto che, nei periodi di massima attività, i giacimenti fornivano oltre l’11% della produzione mondiale. Un’attività che ha lasciato una pesante eredità e il dubbio legittimo è che non sia avvenuto solo a queste latitudini. La Commissione Ecomafie ha approvato oggi una relazione nella quale si conferma la contaminazione nel fiume Paglia che, secondo il documento, è da attribuire principalmente alle miniere esaurite di cinabro, minerale da cui si ricavava il mercurio e alla sua lavorazione, attiva per secoli fino al 1980. La presenza dell’inquinante non è stata riscontrata nell’acqua, ma sui sedimenti dei fiumi e nel suolo. Eppure, “attraverso il corso del fiume Paglia ha raggiunto anche il Tevere e da qui potenzialmente il mar Tirreno” scrive la Commissione parlamentare d’inchiesta. Per questo, anche se “allo stato attuale delle conoscenze, non vi sono situazioni che facciano pensare a un rischio immediato per la popolazione”, soprattutto per la forma stabile assunta dal mercurio presente nell’ambiente, nel documento si raccomandano una serie di azioni. In primo luogo “monitoraggi e studi sistematici sulle matrici ambientali, la fauna e la flora” per la verifica della penetrazione del mercurio sia negli ecosistemi, sia (soprattutto) nelle catene alimentari. IL RISCHIO CONCRETO DI ALTRI CASI – Il pericolo, poi, è anche un altro e lo dice chiaramente il presidente della Commissione Stefano Vignaroli: “È una questione di importanza nazionale, non solo perché interessa ampi territori e un inquinante di per sé pericoloso per l’uomo e gli ecosistemi, ma anche perché porta alla nostra attenzione il rischio che non si tratti di una situazione isolata nel nostro Paese”. L’Italia, infatti, ha alle spalle una lunga storia di attività mineraria ed è lo stesso Vignaroli a sottolineare come sia concreta “la possibilità che le miniere esaurite abbiano lasciato in eredità anche contaminazioni al momento non note”. Per questo, nella relazione […]