La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo accoglie in via prioritaria la richiesta avanzata da sei bambini e ragazzi portoghesi, tra gli 8 e i 21 anni che, supportati dalla ong Global Legal Action Network, hanno fatto ricorso contro 33 Stati, membri del Consiglio d’Europa (tra cui l’Italia), accusandoli di violare i loro diritti, non rispettando gli impegni assunti con la firma dell’accordo di Parigi del 2015, la Cop21. La Corte lo ha comunicato ai governi chiamati in causa, invitando ciascuno a rispondere alla denuncia entro la fine di febbraio 2021 e dando così inizio alla fase processuale. I sei ragazzi portoghesi che portano in Tribunale oltre trenta Paesi sono Catarina (20 anni), Cláudia (21 anni), Mariana (otto anni), Sofia (15 anni), André (12 anni) e Martim (17 anni). LA CAUSA LEGALE – L’idea è nata circa tre anni fa, nel luglio 2017, quando la zona da cui provengono quattro di loro, nel distretto di Leira, ha registrato un caldo record ed è stata distrutta da una serie di incendi che hanno provocato 120 vittime. I fumi provocati dai roghi portarono alla chiusura della scuola di Martim. Sofia ed Andrè, una coppia di fratelli rispettivamente di 15 e 12 anni, sono gli unici di Lisbona: durante un’ondata di caldo nell’agosto 2018, la loro città ha registrato una temperatura record di 44°C. “Queste ondate di calore – scrive la ong – hanno interferito con la capacità di questi ragazzi di fare esercizio, di trascorrere del tempo all’aperto e di dormire correttamente”. Supportati dalla ong Global Legal Action Network e grazie al crowfunding per le spese legali, i ragazzi sono riusciti a portare le loro istanze davanti alla Corte. L’obiettivo è quello di ottenere dalla Cedu una decisione legalmente vincolante, che imponga ai governi in Europa di intraprendere le azioni non intraprese finora. IL PRECEDENTE – In teoria, prima di portare un caso alla Corte EDU, i cittadini devono cercare di far rivendicare i propri diritti da un tribunale nazionale, a meno che non sia impossibile farlo. In questo caso, in effetti, non […]