ROMA – Vendere San Vittore, Regina Coeli, Poggioreale, le tre carceri storiche più famose d’Italia, in cambio di penitenziari nuovi, all’avanguardia, dove scontare la pena non sia – come invece molto spesso è attualmente – una punizione aggiuntiva per via del sovraffollamento e delle strutture irrimediabilmente antiche. Una tortura più che una rieducazione, soprattutto quando fa troppo caldo o fa troppo freddo e una piccola cella deve ospitare più detenuti di quanti ce ne potrebbero stare. Come dice il ministro della Giustizia Andrea Orlando “c’è bisogno urgente di un modello di carcere diverso, che esca dall’attuale modello ‘passivizzante’, in cui stai in branda e non fai nulla in attesa che passi il tempo della pena, il presupposto giusto per la futura recidiva, mentre nei Paesi dove il carcere è studio, lavoro, sport la recidiva cala“. ALLA RIBALTA UN ANTICO PROGETTO Alienare San Vittore, Regina Coeli e Poggioreale e “guadagnare” strutture moderne. Un progetto più volte vagheggiato, ma che adesso, per mano del Guardasigilli Orlando, sembra poter diventare realtà. Da una parte via Arenula, dall’altra la Cdp, la Cassa depositi e prestiti, che si è già misurata con esperienze di questo genere, come a Torino con la caserma, ormai ex, La Marmora, 20mila metri quadri convertiti in residenze e spazi collettivi del tutto restituiti alla città. ADDIO A I MOLOCH DELL’800 Al ministero della Giustizia ne parlano con il dovuto riserbo, perché il progetto sta muovendo adesso i primi passi e indiscrezioni errate potrebbero danneggiarlo. Ma Orlando ne dà piena conferma. “Sì, ci stiamo lavorando, perché l’esecuzione della pena, come dimostra il lavoro fatto durante gli Stati generali della giustizia penale, presuppone di poter superare i ‘moloch’ ottocenteschi, strutture con costi di manutenzione altissimi per servizi come lo smaltimento dei rifiuti o il riscaldamento. Edifici che, anche fisicamente, con lo […]