Inizia il viaggio di Greta Thunberg, in barca a vela per il clima

 

UN ANNO dopo Greta posa il cartello per issare la vela.

Oggi, la 16enne paladina dell’ambiente nella battaglia contro il riscaldamento del Pianeta, salperà dal porto di Plymouth nel Regno Unito per raggiungere due settimane dopo New York, dove è attesa a settembre al summit dell’Onu sul clima.

Partirà esattamente una settimana prima dall’anniversario del 20 agosto 2018, il giorno in cui tutto iniziò: allora la piccola Greta Thunberg, affetta dalla sindrome di Asperger, figlia di una cantante e un attore svedese, adolescente preoccupata per la velocità con cui il cambiamento climatico sta soffocando la Terra, si mise da sola a protestare davanti al parlamento svedese.

In quel giorno d’estate, con un cartello in mano con su scritto “sciopero per il clima“, disse che avrebbe continuato finché la politica non avrebbe fornito risposte.

Da allora l’atto di coraggio e di sfida della giovane svedese si è trasformato in un movimento planetario sostenuto dai milioni di giovani di Fridays For Future e dai milioni di cittadini che lottano perché “non esiste un Pianeta B”.

Dice di essere un po’ preoccupata, Greta.

Sa che il lungo viaggio verso l’America – che ha deciso di affrontare in barca a vela per non inquinare volando e per lanciare un segnale a tutti i cittadini del mondo – non sarà affatto semplice.

Potrei soffrire di un po’ di mal di mare – ha detto alla Bbc ma salpo perché devo portare un messaggio“.

Deve dimostrare ancora una volta che “il cambiamento climatico è una cosa reale” e per affrontarlo è necessario agire in ogni modo, anche attraversare l’Atlantico in barca, se necessario.

Al suo fianco – a bordo della nave testata in questi giorni al largo della Gran Bretagna – ci saranno il padre Svante e il team della Malizia II, la nave guidata dallo skipper Boris Herrmann e da Pierre Casiraghi.

Per nessuno degli otto membri che saranno a bordo il viaggio sarà una passeggiata.

Anzi, come per i velisti abituati alle regate, tutti i comfort saranno ridotti al minimo per agevolare la velocità di una barca che dovrà percorrere 3000 miglia a una velocità superiore a 16 nodi di media, se vorrà arrivare nei tempi previsti.

Useremo solo energia eolica e solare, la Malizia II sarà davvero a impatto zero per l’ambiente“, ha sottolineato lo skipper Herrmann, uno che ha fatto tre volte il giro del mondo e conosce bene i segreti del mare.

Ai critici, che non credono nel reale “impatto zero” della nave, sul suo blog ha già risposto a più riprese: “Sì, abbiamo un motore, ma sarà sigillato e utilizzato solo in caso di emergenza, come prevede la norma“. 

Sarà una avventura tosta, soprattutto per la timida sedicenne.

So che non sarà comodo, ma credo di poter convivere con questo – ha spiegato Greta – se si farà dura penserò che si tratta solo di due settimane e poi si tornerà alla normalità“. 

Dall’Europa all’America non è previsto nessuno stop: quattordici giorni di fila “con addosso spesso gli stessi vestiti” dice l’equipaggio, senza nessuna doccia, nessun bagno o privacy.

Per certi tipi di bisogni è previsto un secchio, per il cibo vegano consumato dall’attivista svedese è stata fatta una scorta di liofilizzati, non esiste alcuna cucina e nemmeno un frigo o un sistema di riscaldamento.

I membri della Malizia dormiranno sulle stesse brandine utilizzate dai velisti nelle corse, quelle regolabili tirando corde a seconda della inclinazione della barca a vela.

L’avventura, oltre che da un regista che riprenderà Greta a bordo, sarà seguita via terra da altri membri del team che monitoreranno la traversata e i passaggi salienti verranno raccontati sia nel blog del team Malizia sia sui social della giovane svedese.

L’arrivo è previsto poco prima della fine di agosto.

Greta, come raccomandato dal team, ha portato a bordo poche cose e soprattutto una grande forza di volontà: “La crisi climatica è concreta – dice alla vigilia del viaggio – prima mi sentivo sola nel parlarne ma adesso mi sento bene, forte, perché so che non sono più sola in questa battaglia“.

 

(Articolo di Giacomo Talignani, pubblicato con questo titolo il 14 agosto 2019 sul sito online del quotidiano “la Repubblica”)

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