“Perché dovrei preoccuparmi per le future generazioni? Che cosa hanno fatto loro per me?” La battuta attribuita alla mente geniale di Groucho Marx è diventata, da tempo immemorabile, lo slogan di vita della larga maggioranza delle generazioni presenti, a ogni livello. Oggi, a quanto pare, “le future generazioni” – o meglio, i loro settori più vitali e avanzati; le generalizzazioni non sono mai una buona cosa, specie a livello generazionale – hanno deciso di prendere la parola per far capire alle generazioni presenti (o meglio, passate) perché queste ultime dovrebbero iniziare non a preoccuparsi, ma a intervenire, in modo immediato e drastico: quantomeno per provare a rimediare ai disastri ambientali e agli scempi di civiltà che la loro già citata ampia maggioranza ha prodotto, di diversa natura e misura, a seconda della collocazione socio-economica e delle concrete possibilità distruttive dei singoli. Naturalmente, come per ogni emergente movimento di opposizione che si rispetti (di questo si tratterebbe, ormai), anche nel caso del “Fridays for future” occorre che i suoi membri, in molti casi, si guardino più dagli “amici” che dai nemici. Ma non pare questa la questione principale, in questo momento. Questo dovrebbe essere il momento buono – per gli studiosi, i divulgatori e gli attivisti ambientalisti in generale – per far passare il concetto per cui i cambiamenti climatici sono una catastrofe senza precedenti in ordine alla stessa possibilità di sopravvivenza del pianeta, certo. Ma non sono l’unica emergenza ambientale. Sono, viceversa, “solo” la punta di un iceberg di quotidiane aggressioni agli ecosistemi e all’ambiente in generale; forse apparentemente meno “apocalittiche” del riscaldamento globale, ma in quanto capillarmente diffuse, ai vari livelli sociali, ancor più pervasive e corrosive dello scioglimento dei ghiacciai e dell’innalzamento degli oceani. Non è neanche necessario abbozzare elenchi in tal senso: basta fare un giro nelle città e nelle campagne del cosiddetto Belpaese – che di queste pratiche nobili […]