Secondo l’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche, «mentre la piena “morbida” del fiume Po sta attraversando i comuni del basso Veneto, comunque in stato di pre-allarme, sta progressivamente tornando alla normalità la situazione idraulica nei territori nord occidentali, gravemente colpiti dalla violenza degli eventi meteo di inizio Ottobre. Il “grande fiume”, con livelli largamente superiori sia alla media storica che all’anno scorso, segnala il raddoppio delle portate in 48 ore, man mano che si avvicina alla foce (a Borgoforte, nel mantovano ha toccato i 5.102 metri cubi al secondo contro una media storica pari a mc/sec 1.632)». L’Osservatorio ANBI evidenzia che «esemplare dell’eccezionalità dell’evento meteo, che ha causato gravissimi danni al territorio con la perdita anche di vite umane, è la situazione dei corsi d’acqua piemontesi (Dora Baltea, Sesia, Stura di Lanzo, ma anche Stura di Demonte, Orco e soprattutto Tanaro e Cervo), le cui portate sono in repentino calo, riavvicinandosi velocemente alle medie del periodo. Analogo, in Liguria, è l’andamento del fiume Centa e del torrente Argentina, mentre rimane sostenuto il livello idrometrico del Vara. In Emilia Romagna, i fiumi, dopo l’innalzamento dei livelli nei giorni scorsi, sono tornati sotto la media del periodo, ad eccezione del Savio». A completare il quadro sono i fiumi del Veneto, le cui portate sono in discesa ed i grandi laghi del Nord Italia, i cui livelli, pur in calo, restano largamente superiori alla media del periodo. Intervenendo a un webinar di “IT Cold” (Comitato Italiano Grandi Dighe), il direttore Generale dell’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue (ANBI), Massimo Gargano, ha sottolineato che «i cambiamenti climatici stanno pregiudicando l’attuale modello di sviluppo italiano. La sicurezza idrogeologica nasce nei territori montani, dove è necessario realizzare nuovi invasi per trattenere le piene e creare riserve […]