Quando le rose non fioriscono… Il titolo era davvero promettente: “L’economia di Francesco”. Volutamente ambiguo sul referente di quel nome impegnativo, che evocava sia il messaggio di purezza evangelica del santo di Assisi (città dove in marzo avrebbe dovuto svolgersi l’incontro), sia il magistero sociale ed eco-teologico dell’attuale Pontefice. Ed infatti gli stessi organizzatori dell’evento – a causa dell’emergenza sanitaria, realizzato online dal 19 al 21 novembre – hanno ritenuto che fosse opportuno puntualizzarlo: «Francesco come il Santo di Assisi, esempio per eccellenza della cura degli ultimi della terra e di una ecologia integrale, e anche come Papa Francesco, che fin dall’Evangelii Gaudium e poi nella Laudato si’, ha denunciato lo stato patologico di tanta parte dell’economia mondiale invitando a mettere in atto un modello economico nuovo». [i] L’iniziativa, svolta in streaming, è stata però preceduta da un confronto di mesi, che ha coinvolto dodici gruppi di lavoro tematici, mobilitando duemila giovani attivisti, imprenditori ed economisti da tutto il mondo Essi/e hanno avuto l’opportunità di confrontarsi sui grandi temi dell’economia globale, ma principalmente sulle prospettive (profetiche, si è ribadito, non utopistiche…) d’un futuro caratterizzato da un’economia basata sulla giustizia, sulla solidarietà fraterna e sulla ‘cura’ del creato. Ovviamente non si può che plaudire ad un colossale sforzo organizzativo finalizzato ad un obiettivo così nobile, proprio mentre stiamo vivendo un tempo cupo e deprimente, che rischia di farci affondare nella palude d’un presente distopico ed emergenziale, piuttosto che aprirci alla prospettiva d’un futuro caratterizzato dal cambiamento e da scelte alternative. Date le premesse, pertanto, c’era d’aspettarsi un dibattito molto articolato e conclusioni profondamente innovative, se non rivoluzionarie. Qualcosa però non ha convinto del tutto in questa kermesse virtuale e soprattutto nel documento-appello che ne è scaturito. Esso non appare esattamente quel ‘manifesto’ di un’economia alternativa che era auspicabile scaturisse dalla mobilitazione mondiale di esperti, imprenditori innovativi […]