Il Papa: “Bucha è città martire”. Hostomel, “spariti” 400 civili

Previsione. Nato Stoltenberg: “Il conflitto può durare anni, servono armi pesanti”. Tre soldati russi prigionieri uccisi dai georgiani

Di GIAMPIERO GRAMAGLIA, IL FATTO QUOTIDIANO, 7 APRILE 2022

Davanti ai fedeli riuniti per l’udienza generale nella Sala Nervi, Papa Francesco dispiega e sciorina una bandiera lisa gialla e azzurra: “Mi è stata portata proprio ieri da Bucha, viene dalla guerra, da quella città martoriata”. Nella Sala vi sono esuli ucraini, anche bambini. Il Papa fa salire sul palco Danylo, Anatolij, Pavel, Viktor e Tymofil, cinque fratelli, di una famiglia di Odessa, con la loro mamma Valentyna. Le notizie sulla guerra in Ucraina – nota Francesco – anziché portare sollievo e speranza, attestano invece nuove atrocità, “crudeltà sempre più orrende, anche contro civili, donne e bambini inermi”. Il Pontefice dice “basta guerra”, perché “il mondo si salvi da un naufragio che ci minaccia tutti”.
Le parole del Papa non trovano però eco nelle aule della diplomazia, mentre Kiev svela l’esistenza di altre Bucha: da Hostomel, sarebbero spariti 400 civili, molti dei quali sarebbero stati portati proprio a Bucha e uccisi – mancano conferme indipendenti di questi racconti. A Bruxelles, dove il Consiglio atlantico si riunisce in formazione allargata, con l’Ucraina, e anche con Australia, Nuova Zelanda, Giappone, Corea del Sud, oltre che Svezia e Finlandia, la Nato s’attrezza per “una lunga guerra”, avverte il segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg. Antony Blinken, segretario di Stato Usa, esalta la “collaborazione straordinaria” fra americani ed europei: “Avevamo deciso tre cose prima dello scoppio della crisi: sostenere l’Ucraina, e lo stiamo facendo; sottoporre la Russia a straordinaria pressione, e lo stiamo facendo; e rafforzare le difese dell’Alleanza”. Blinken aggiunge: “Daremo dieci armamenti anticarro per ogni tank russo”
Per Stoltenberg, “l’Ucraina ha bisogno urgente di sostegno militare, armi sia pesanti che leggere. È necessario che gli alleati concordino sull’aiuto da fornire”. Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel propone di offrire asilo ai soldati russi che disertano. Ma ci sono fughe in avanti che acuiscono il rischio di un conflitto aperto fra Nato e Russia. Mosca manda messaggi negoziali: è “interessata” a “completare” l’operazione militare in Ucraina “tramite trattative”, dice il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che lamenta come i colloqui continuino “non così facilmente come ci si auspicava”. Il presidente ucraino Zelensky non raccoglie l’offerta negoziale: accusa gli europei di indecisione nel rafforzare le sanzioni contro la Russia – un’intesa ci sarebbe: la decisione è attesa oggi – e dice al Parlamento irlandese che la Russia sta usando la fame come arma per conquistare l’Ucraina. La Cina, invece, chiede agli Usa di dimostrare il loro impegno per la soluzione della crisi revocando le sanzioni. Il premier ungherese Viktor Orban sollecita Putin a proclamare “un cessate il fuoco immediato” e lo invita a Budapest con i leader di Francia, Germania e Ucraina; e rassicura la Nato, “Noi condanniamo l’invasione”. La Russia, con il sostegno della Turchia, chiede un’indagine indipendente su Bucha. La Cina invita ad “attenersi ai fatti”, che vanno ancora accertati. Il Cremlino denuncia una mostruosa messinscena da chiarire con “un’indagine obiettiva”. Ma la Germania afferma che la tesi del Cremlino “non è sostenibile” alla luce delle immagini satellitari. E si apre un altro capitolo. Fonti russe dicono che “i nazionalisti ucraini hanno bombardato Dergachi, nella regione di Kharkiv, poi hanno filmato edifici distrutti e numerosi morti e hanno inviato le immagini ai media occidentali”. Le ‘comparse’ sarebbero state pagate 25 mila dollari a testa. Inoltre, il ministero della Difesa avvisa: “I servizi speciali ucraini preparano una grande provocazione, pianificano di far esplodere un deposito con 120 tonnellate di cloro per poi incolpare la Russia”. Sull’altro lato del fronte, il New York Times mostra un video in cui alcuni soldati ucraini, dopo aver teso una imboscata ad una colonna russa, uccidono tre prigionieri. I militari legati a Kiev farebbero parte della Legione Georgiana che si è formata nel 2014.

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