Avrete notato che ieri, 26 settembre 2018, le Nazioni Unite hanno celebrato la “Giornata internazionale per la totale eliminazione delle armi nucleari”. La data è stata scelta per ricordare che nella stessa data, nel 1983 (eravamo in piena guerra fredda), il tenente colonnello sovietico Stanislav Petrov (1939-2017) ricevette un allarme secondo cui sarebbe stato in corso un attacco americano con missili nucleari contro l’Unione Sovietica. Petrov avrebbe dovuto trasmettere l’ordine di far partire, per rappresaglia, i missili nucleari sovietici contro gli Stati Uniti. Petrov, conscio della gravità di quello che stava per fare, ebbe il coraggio di dubitare che si trattasse di un falso allarme e ritardò l’invio dell’ordine; dopo pochi minuti ricevette la notizia che l’allarme era stato inviato per errore e quel coraggioso ritardo salvò l’umanità da una catastrofe nucleare. Questa storia è stata ricordata in due film: “The red button” (2011) e “The man who saved the world” (2014). Il ricordo dell’”uomo che ha salvato il mondo” serve a dire quanto la sola esistenza delle armi nucleari, che possono essere scatenate anche solo per errore, sia pericolosa e a confermare la necessità che entri in vigore il “Trattato per la Proibizione delle Armi Nucleari” (TPAN). Tale Trattato, che vieta la produzione, il possesso, la presenza al proprio interno e il transito nel territorio di armi nucleari, entrerà in vigore quando sarà stato ratificato da almeno 50 paesi ma finora è stato ratificato soltanto da 19 paesi membri delle Nazioni Unite. Li elenco qui sotto: Santa Sede Austria Costa Rica Cuba Gambia Guyana Isole Cook Messico Nicaragua Nuova Zelanda Palau Palestina Samoa, San Marino Tailandia Uruguay Vanuatu Venezuela Vietnam Quasi totale silenzio in Italia, se si eccettuano il quotidiano il manifesto, i movimenti antinucleari e pacifisti, alcuni comuni che hanno approvato delle mozioni a favore del disarmo […]