Quotidiano di Puglia del 27 febbraio 2020 COMUNICATO STAMPA Sono stata informata da una ditta di trasporti su gomma del nostro territorio salentino della reticenza degli autisti nell’indossare mascherine quando vanno a scaricare/caricare in zone del nord Italia Avendo destato in noi ambientalisti il fondato sospetto che, questi autisti potessero essere considerati untori involontari del Covid 19… Abbiamo segnalato questo nostro timore attraverso un politico al presidente Emiliano . Ritenendo che fosse fondato il nostro timore si chiedono delle misure drastiche per costringere codesti trasportatori a indossare precauzioni onde evitare /diffondere codesto virus nelle regioni per il momento esenti da tale contagio. Per le zone rosse i carabinieri di Codogno ci hanno rassicurato che vige il divieto di ingresso/uscita… Ma constatando la diffusione del virus… Non possiamo permetterci errori demandando al senso civico di ognuno di noi. Ci appelliamo al ministero della sanità e al presidente Conte che renda più consapevoli codeste categorie applicando eventuali sanzioni. Maria Teresa Corsi Verdi ambiente e società onlus Circolo di Lecce.
Archivi Giornalieri: 27 Febbraio 2020
Per gli ambientalisti e i popoli indigeni dell’Artico è certamente una grande vittoria: il 24 febbraio la JPMorgan Chase ha annunciato che non finanzierà più l’estrazione di petrolio e gas nell’Arctic National Wildlife Refuge e che smetterà di finanziare molte compagnie legate al carbone, comprese miniere e centrali elettriche, in tutto il mondo. L’annuncio arriva dopo una lunga campagna di pressione da parte delle associazioni ambientaliste statunitensi e dei popoli indigeni, che insieme hanno invitato il gigante bancario – di gran lunga il principale investitore statunitense nei combustibili fossili – a abbandonare i progetti che minacciano il clima. Gli executives di JPMorgan Chase hanno annunciato la decisione durante l’annual Investor Day della banca, promettendo che, oltre a non fornire finanziamenti per l’estrazione offshore e onshore di petrolio e gas nell’Artico, entro il 2024 interromperanno anche gli investimenti e la fornitura di servizi alle compagnie che traggono «la maggior parte dei loro ricavi dall’estrazione del carbone». Jennifer Piepszak, direttrice finanziaria di JPMorgan Chase, ha anche annunciato che la banca sta impegnando finanziamenti per 200 miliardi di dollari in tre aree di intervento: sostegno all’azione climatica, acqua pulita e gestione dei rifiuti; aumentare l’accesso a alloggi, istruzione e assistenza sanitaria; progresso delle infrastrutture, dell’innovazione e della crescita. Le associazioni ambientaliste e i leader indigeni che avevano organizzato le proteste contro JPMorgan Chase questa volta hanno applaudito la decisione della banca che arriva dopo due mesi che un altro gigante bancario statunitense, Goldman Sachs, ha preso un impegno simile di non finanziare le trivellazioni petrolifere nell’Artico. Bernadette Demientieff, direttrice del Comitato esecutivo della Nazione Gwich’in ha setto a Sierra, il magazine di Sierra Club: «E’ stato emozionante quando Goldman Sachs, e ora JPMorgan Chase, hanno dato il loro annuncio. Sono davvero grata che qualcuno che abbia preso quella decisione, che ci abbia ascoltato e ringrazio Goldman Sachs […]
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha proposto di abbassare la dose settimanale tollerabile di un gruppo di quattro sostanze perfluoroalchiliche (Pfas), le più persistenti nell’ambiente. I Pfas sono sostanze largamente utilizzate in diversi settori industriali, ad esempio per rendere resistenti ai grassi e all’acqua i tessuti e i rivestimenti per contenitori di alimenti. Il parere dell’Agenzia ne aggiorna uno precedente del 2018 su sole due sostanze prese individualmente, ed è stato realizzato grazie alla metodologia MixTox, finalizzata nel 2019, che consente di valutare il rischio per la salute di una miscela di chimici, noto anche come effetto cocktail. Efsa propone di fissare una dose settimanale tollerabile di 8 ng / kg di peso corporeo alla settimana per quattro Pfas. Il parere è in consultazione pubblica e tutti possono fornire dati, suggerimenti e indicazioni fino al 20 aprile. (ANSA del 25 febbraio 2020, ore 10:20)
«La previsione accurata della perdita di biodiversità dai cambiamenti climatici richiede una comprensione dettagliata di quali aspetti del cambiamento climatico causano estinzioni e quali meccanismi possono consentire alle specie di sopravvivere». E’ questa convinzione che ha spinto Román-Palacios e John J. Wiens del Department of ecology and evolutionary biology dell’università dell’Arizona a realizzare lo studio “Recent responses to climate change reveal the drivers of species extinction and survival”, pubblicato recentemente su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), che presenta stime dettagliate dell’estinzione globale provocata dai cambiamenti climatici entro il 2070. I due ricercatori statunitensi, mettendo insieme informazioni sulle recenti estinzioni provocate dal cambiamento climatico, i tassi di spostamento delle specie e le diverse proiezioni climatiche per il futuro, stimano che «una specie su tre di piante e di animali potrebbe essere estinta». I loro risultati si basano sui dati di dati da 538 specie e di 581 siti di tutto il mondo scelti perché potevano essere sicuri che delle specifiche specie animali e vegetali fossero state ripetutamente esaminate a intervalli di almeno un decennio. Probabilmente, si tratta del primo studio a stimare su vasta scala modelli di estinzione provocata dai cambiamenti climatici, comprendendo sia i dati delle recenti estinzioni legate al clima che il livello di spostamento delle specie. Per stimare i tassi delle estinzioni future da cambiamento climatico, Román-Palacios e Wiens hanno guardato al recente passato e, sulla base di studi di ripetute indagini su piante e animali nel tempo, hanno analizzato in particolare le estinzioni locali che sono già avvenute. Hanno poi prodotto dati climatici che vanno dal momento della prima ricerca – 10 anni fa – fino ad oggi per ciascun sito e hanno scoperto che «il 44% delle 538 specie si era già estinto in uno o più siti». Román-Palacios spiega che «analizzando il cambiamento di 19 variabili […]
Il 6 febbraio, la Direzione opere pubbliche, difesa del suolo, protezione civile, trasporti e logistica della Regione Piemonte ha dichiarato lo stato di massima pericolosità per gli incendi boschivi in tutto il territorio regionale e i divieti prevedono che «entro una distanza di cento metri dai terreni boscati, arbustivi e pascolivi, le azioni determinanti anche solo potenzialmente l’innesco di incendio, quali: accendere fuochi, accendere fuochi pirotecnici, far brillare mine, usare apparecchi a fiamma o elettrici per tagliare metalli, usare apparati o apparecchiature che producano faville o brace, fumare, disperdere mozziconi o fiammiferi accesi, lasciare veicoli a motore incustoditi a contatto con materiale vegetale combustibile o compiere ogni altra operazione che possa creare comunque pericolo mediato o immediato di incendio; è vietata qualunque generazione di fiamma libera non controllabile nel tempo e nello spazio». Poi, il 18 febbraio, la Terza e la Quinta commissione consiliare della stessa Regione Piemonte, riunite in sede legislativa, hanno approvato una nuova legge secondo la quale «il divieto di abbruciamento di materiale vegetale, nel periodo compreso tra il 1° novembre e il 31 marzo dell’anno successivo, potrà essere derogato, limitatamente alla combustione dei residui colturali, per un massimo di trenta giorni anche non continuativi per i Comuni montani e per un massimo di 15 giorni anche non continuativi per le aree di pianura. Le deroghe vanno decise dai sindaci con propria ordinanza, fermo restando i limiti posti dal decreto legislativo 152/2006, che all’art.182 prevede che i Comuni e le altre amministrazioni competenti in materia ambientale abbiano in ogni momento la possibilità di sospendere, differire o vietare l’abbruciamento delle sterpaglie in tutti i casi in cui sussistano condizioni meteorologiche, climatiche o ambientali sfavorevoli, con particolare riferimento al rispetto dei livelli annuali delle polveri sottili». Il presidente della Regione, Alberto Cirio (Forza Italia), ha sottolineato che la Regione ha voluto «modificare la legge […]